“Aziende: 2.0 non si nasce, si diventa”

In centinaia, tra imprenditori ed esperti, alla conferenza dell'Insubria. Tra esperti di wiki e social network, spunta anche un nuovo corso di specializzazione

C’è il ragazzo
che rimane in contatto con gli amici grazie a Facebook oppure gli
esperti di politica che provano a costruire un dibattito allargato,
attraverso un network di blog. Questi sono solo alcuni esempi di impiego degli strumenti del web 2.0 (come i social network, le wiki e i blog) che sempre più persone, in particolare i ragazzi, usano quotidianamente per interessi personali.

Ma cosa accade quando questi tool vengono introdotti in una struttura aziendale? Quali impatti possono avere e come possono essere sfruttati in tutta la loro potenzialità? Per discuterne proprio oggi si è tenuto a Varese un evento di eccellenza, il Forum on Enterprise 2.0. L’evento, organizzato dal dipartimento di Informatica e Comunicazione dell’Insubria insieme ad OpenKnowledge, ha visto la partecipazione di oltre 360 spettatori, rappresentanti del mondo delle aziende, professionisti, Università e centri di ricerca internazionali. Ad esporre le teorie e ad illustrare strategie vincenti, i più grandi esperti del tema, come Norman Lewis (evangelista sulla Telco 2.0), Emanuele Quintarelli (Open Knowledge), David Terrar (D2C), Lawrence Lock Lee (Optimice) e Thomas Vander Wal (InfoCloud).

Ad aprire il dibattito, con un’osservazione concreta e interessante, è stato proprio Norman Lewis: l’esperto ha ricordato al pubblico che «Per i giovani le logiche dei social network oggi sono l’ambiente naturale. Ma come si troveranno quando entreranno nel mondo dell’impresa, dove queste logiche non sono ancora presenti e prevale la sovrastruttura?». L’uso di approcci alla web 2.0, quindi, potrebbe rivelarsi non solo un’opportunità per le aziende, ma una vera e propria esigenza. Lewis, comunque, è ottimista: «Io credo che questi tools, quelli del web 2.0, abbiano un potenziale enorme per le imprese, tuttavia per accoglierli occorre un cambiamento culturale. Non dobbiamo dire di assumere questi principi solo perché sono "cool", ma perché abbiamo deciso di farli nostri strategicamente».

Proprio questo tema, cioè quello di adattare le organizzazioni a queste rivoluzioni, favorendo l’attenzione all’uso che si fa delle tecnologie, rispetto alle tecnologie vere e proprie, ha permeato il forum, che si è trasformato in una lezione impagabile per tutte le aziende che sentono la necessità di fare questo salto. Perché, come ha ricordato Emanuele Quintarelli: «Creando un’organizzazione dinamica possiamo rispondere più facilmente all’imprevisto, e proprio i sistemi del web 2.0 sono i più dinamici perché prendono forma in base all’uso che ne fanno le persone. Questi temi sono entrati prepotentemente nell’azienda e di alcune di queste pratiche, come la Social Network Analysis, sentiremo parlare molto nei prossimi mesi».

Ad illustrare al pubblico la Social Netork Analysis, cioè la disciplina dalle profonde radici accademiche di analisi dei network sociali, a Varese era presente anche il maggior sostenitore della materia, l’australiano Laurence Lock Lee. Tra le eccellenze presenti in sala anche David Terrar, creatore del social network aziendale "Ion", che è valso molti premi all’ICAEW. Così la giornata di lavori è proseguita con vere e proprie lezioni aziendali, come quella sulle wiki, proposte dal consulente Stewart Maner secondo cui: «Con le wikis i team di lavoro possono lavorare collettivamente sui progetto, senza perdere mai una visione collettiva di tutti i pezzi del puzzle». Nel pomeriggio non sono mancate nemmeno le case histories, come quellae di Vodafone Italia (Andrea Ferri), BTicino (Diego Gianetti) e IBM (Dario de Judicibus).

Insomma, il Dicom ha portato a Varese un incontro chiave sul futuro del web e delle organizzazioni aziendali, e probabilmente non finirà qui. Proprio in occasione di questa giornata, infatti, l’istituto ha presentato il primo corso universitario di perfezionamento in Enterprise 2.0, che prenderà avvio nell’autunno prossimo. Una fucina per plasmare i consulenti del futuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Giugno 2008
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