Non lascia l’Italia per paura del kanun, il tribunale lo assolve
Il giudice di pace non gli aveva creduto, ma il processo penale gli dà ragione. Visionato un documentario in aula
Il tribunale di Varese ha assolto Luan Kola, un albanese di 24 anni, dall’accusa di essersi rifiutato di lasciare l’Italia, dopo un’espulsione, senza un fondato motivo. Il «fondato motivo», invece, c’era e starebbe nella vendetta di sangue che al suo paese, nel nord dell’Albania, lo ha costretto a scappare, anni orsono e a rifugiarsi, prima in Grecia e poi in Italia, da un fratello muratore che vive a Varese. Il giovane era finito sotto processo, perchè arrestato dai carabinieri, durante una retata anticlandestini all’inizio di giugno. Nel dibattimento, il suo avvocato, Stefano Amirante, ha prodotto un certificato del sindaco del paese natale, in cui si afferma che la sua famiglia è coinvolta in una faida con un altro nucleo. Il ragazzo è accusato dal clan rivale di aver ammazzato un loro parente anni prima, in un clima di guerra civile legato ai disordini che coinvolsero anche il nord dell’Albania, durante la guerra del Kossovo. Il giovane, tuttavia, è incensurato: non ha commesso, per la legge, alcun reato e nega fermamente di avere mai fatto del male ad alcuno. Se dovesse tornare a casa, però, incorrerebbe nella vendetta. Il legale, oltre al certificato, ha prodotto uno studio realizzato dal professor Umberto Izzo dell’Università di Trento dal titolo: «Diritto codificato e diritto non scritto nell’Albania contemporanea». Ha poi mostrato, attraverso il suo computer portatile, al giudice, e alle parti, uno spezzone tratto da “inchiodato”, una inchiesta della trasmissione Doc3, condotta da Fabio Volo, andata in onda il 19 giugno scorso sulla Rai, in cui si racconta proprio della terribile condizione, da confinato in casa, delle vittime di kanun. Nel video si citava il caso del sindaco di Scutari che, per 3 anni e mezzo, non potè partecipare ai consigli comunali perché, a sua volta, oggetto di faida. Il giudice Angela Minerva l’ha assolto, ma anche il pm d’udienza, Paolo Bagli, ne aveva chiesto l’assoluzione. Una vittoria, sul profilo penale,,molto interessante. Mentre, a Luan Kola era stato respinto il ricorso presentato al giudice di pace, per annullare l’espulsione. Ora, l’uomo chiederà un permesso per motivi umanitari.
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