Anche le Acli “consegnano” le impronte digitali

La presidenza provinciale dell'associazione critica la proposta del ministro Maroni e propone una "auoschedatura" di protesta da raccogliere nei prossimi 15 giorni

La Presidenza provinciale delle Acli di Varese commenta la scelta del Governo di raccogliere le impronte digitali dei bambini Rom e lancia la provocazione, già proposta dalle Acli di Como, dalla Caritas e dal consigliere comunale di Rifondazione Angelo Zappoli: "autoschediamoci"

La Presidenza provinciale di Acli Varese condivide la valutazione argomentata che Famiglia Cristiana, il più diffuso settimanale italiano, esprime sulla proposta del Ministro Roberto Maroni di prendere le impronte digitali ai bambini rom.
La motivazione più gettonata dal ministro Maroni e dal  Governo per giustificare tanto accanimento è che in questo modo si sottraggono questi bambini all’arbitrio dei genitori e si  garantisce loro la frequenza alla scuola anziché la pratica dell’accattonaggio o peggio del furto. Ma se questa è la soluzione al problema dell’abbandono scolastico in età dell’obbligo, perché non applicarlo a tutte le migliaia di bambine e di bambini coinvolti in questo grave fenomeno che riguarda una media dell’8% degli alunni a livello nazionale con una elevazione al 16% al sud del paese?  
Questa non è la soluzione al problema ma semplicemente una proposta “razzista”, come ben rimarcato dall’editoriale di Famiglia Cristiana  quando sottolinea la gravità di un ministro che propone il concetto di razza nell’ordinamento giuridico
“Perché di questo si tratta. Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio. Oggi, con le impronte digitali, uno Stato di polizia mostra il volto più feroce a piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c’è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? Rende meno, forse, politicamente? Ma c’è di più. Stiamo assistendo al crepuscolo della giustizia e alla nascita di un diritto penale straordinario per gli stranieri poveri. La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (firmata anche dall’Italia, che tutela i minori da qualsiasi discriminazione) non conta più niente. La schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana. Così come la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom è una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita. È giusto reprimere, con forza, chi nei campi nomadi delinque, ma le misure di Maroni non servono a combattere l’accattonaggio (che non è reato).”
La Presidenza provinciale sollecita il ministro Maroni a ritirare la sua proposta e, per sensibilizzare e mobilitare i cittadini, i genitori e i bambini residenti nel nostro territorio, accoglie e diffonde l’iniziativa lanciata a Como dalle Acli e dalla Caritas, di compilare un’autoschedatura da parte dei bambini e dei genitori non Rom, da raccogliere entro 15 giorni e mandare alle autorità competenti.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 03 Luglio 2008
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.