Arrestato l’imam di Varese

La richiesta di estradizione di Abdelmajid Zergout è stata fatta dal Marocco. La Corte di appello di Milano dovrà pronunciarsi entro 40 giorni. L'uomo nel 2007 era già stato assolto dal tribunale di Milano

Associazione  per delinquere finalizzata al terrorismo, preparazione e commissione di attentati terroristici, banda armata finalizzata alla sovversione dell’ordine pubblico e, dulcis in fundo, finanziamento del terrorismo. Sono le accuse che la procura del re presso la corte d’appello di Rabat (Marocco) contesta ad Abdelmajid Zergout, noto anche con il nome Abou al Barà, già imam di Varese, e anche il motivo della richiesta di estradizione dell’autorità giudiziaria marocchina, datata 31 luglio 2008.  
L’imam è stato arrestato sabato 16 agosto a Malnate, città dove risiede, dagli uomini della digos della questura di Varese. Al momento dell’arresto non si trovava in casa ed era all’oscuro del provvedimento emesso dal suo Paese di origine. Gli agenti della questura varesina hanno anche sequestrato nella sua abitazione un pc portatile e documenti scritti in arabo ancora da tradurre.
L’imam è stato trasferito al carcere dei Miogni di Varese.
(foto, da sinistra: l’ispettore della Digos Catalano, il procuratore capo Maurizio Grigo e il vicequestore vicario Giovanni Scifo)

 Abdelmajid Zergout è nato a Safi, in Marocco, 43 anni fa. Sposato e con figli piccoli, era già stato arrestato su provvedimento della procura di Milano nel 2005 con altri connazionali per reati associativi finalizzati al terrorismo internazionale. Nel 2007 veniva assolto su richiesta dello stesso pubblico ministero che non aveva ottenuto alcune rogatorie dal Marocco necessarie per formare la prova durante il dibattimento.

Ora la parola sul nuovo arresto, ancora provvisorio, e quindi sull’estradizione di Zergout in Marocco, passa alla Corte d’Appello di Milano che entro 40 giorni dovrà pronunciarsi sulla richiesta. 
«L’arresto dell’imam ed esponente autorevole della comunità islamica – ha commentato Maurizio Grigo,  procuratore capo di Varese – dimostra che sul territorio varesino c’è una certa attività di reclutamento e finanziamento della lotta armata».

Sull’imam pendeva anche un provvedimento di espulsione. Dopo l’assoluzione dello scorso anno fu sospesa su richiesta della Corte Europea per i diritti dell’uomo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Agosto 2008
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