Maroni: “Su Internet musica gratis ma con lo spot”

Mentre le major della musica fanno accordi per cercare nuovi modelli da proporre al pubblico, ecco la provocazione del ministro musicista sulla questione copyright

Riconoscere il download pirata della musica come un "dato di fatto", provando a recuperare i fondi persi finanziando la musica con la pubblicità. Roberto Maroni (nella foto, coi Distretto 51) ha approfittato dell’incontro con Enrico Ruggeri al Premio Chiara per parlare di download musicale. «Lo scaricamento gratuito è realtà dei fatti», ha affermato il ministro «Bisogna passare per la pubblicità, bisogna trovare qualcuno che paghi perchè si possa scaricare gratis da parte degli utenti e al tempo stesso sia garantita la giusta remunerazione agli artisti».
 
L’attuale Ministro dell’Interno, per la verità, aveva già affrontato il tema in passato in diverse interviste. Un’attenzione che raramente i politici italiani dedicano a questo tema, anche se evidentemente interessa molto l’opinione pubblica.

 
La proposta di Maroni, cioè di sovvenzionare l’ascolto di musica on-line con la pubblicità, può essere interpretata come un suggerimento strategico per le major.
Un suggerimento che, per altro, è già stato seguito in diverse occasioni, con risultati altalenanti. Il sito QTrax, ad esempio, aveva annunciato grandi accordi con Universal, Sony, Warner ed Emi, che gli avrebbe consentito di far ascoltare musica gratis, condividendo gli incassi pubblicitari con le major. Alla verità dei fatti, però, il sito si è dimostrato povero nei cataloghi, complesso e comunque limitato: i brani possono essere scaricati solo su alcuni dispositivi, perché protetti da un "lucchetto".
 
Proprio i "lucchetti" che le major impongono sui brani scaricati legalmente e pagati, sono in realtà l’ostacolo principale alla diffusione del download legale. Perché il download legale, in alternativa alla pirateria, è già una realtà anche nel nostro paese. A giugno del 2008, iTunes Music Store (che copre il 70% dei download legali) ha venduto 5 miliardi di brani. Molti di questi brani, però, possono essere masterizzati solo cinque volte o su un iPod. Un limite che spaventa gli acquirenti che, comprensibilmente, guardano con sospetto l’acquisto di un bene a "proprietà limitata". Sono solo scelte commerciali delle major, tanto che con una decisione storica la EMI ha deciso un anno fa di togliere questi lucchetti, ottenendo risultati incoraggianti.

 
Tra la musica completamente gratuita (per pirateria o pubblicità) e quella con download legale (modello iTunes) ci sono poi soluzioni intermedie ed innovative. Come Last.fm ad esempio: il popolare social network (soprannominato "la Mtv del web") è una sorta di radio on-line, che permette di ascoltare integralmente dei brani, selezionati da un algoritmo in grado di suggerirci canzoni simili a quelle che ascoltiamo abitualmente. Un buon modo per scoprire nuova musica e, se piace, il link per l’acquisto legale di un brano è ad un clic di distanza. Il modello sembra promettente: Last.fm è stata acquistata a caro prezzo dalla CBS e pochi giorni fa anche YouTube ha annunciato di voler attivare una strategia molto simile.
  
Insomma, le soluzioni sono tante e le problematiche da affrontare ancora di più. Vogliamo davvero musica "infarcita" dalla pubblicità? Siamo ancora disposti a pagare per la musica? E questa musica dovrebbe essere protetta con i lucchetti? E poi ancora, il CD è morto? Se le tasse fossero inferiori e i prezzi dei CD scendessero, voi li acquistereste? I commenti a questo articolo sono aperti per discuterne.

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Pubblicato il 13 Ottobre 2008
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