Onori alla Rsi a Duno, insorgono i partigiani

La destra organizza una celebrazione per i caduti fascisti sotto il San Martino, luogo simbolo della Resistenza e scatena la reazione degli ex combattenti

Una messa con rievocazione per i caduti della Repubblica Sociale Italiana, lo stato fascista alleato con Hitler. Non in un luogo qualunque, ma a Duno, alle pendici del Monte San Martino, dove nel novembre 1943 la resistenza italiana combatté la prima battaglia, e dove furono catturati e poi fucilati 35 partigiani. La rievocazione repubblichina è prevosta per il 25 ottobre ed è stata organizzata dalla sezione Valcuvia de La Destra, il partito di Storace. L’iniziativa  ha provocato una protesta delle associazioni partigiane Anpi, Fivl, e Fiap. "Vogliamo impedirla – dice senza mezzi termini Angelo Chiesa dell’Anpi (foto) – fare una rievocazione repubblichina in un luogo sacro della resistenza è una provocazione, la facciano da un’altra parte". I partigiani hanno scritto al Prefetto e al Questore. Alla richiesta delle assocazioni dei combattenti si aggiunge anche un appello dei sindacati Cgil Cisl Uil. Sembravano sepolte le polemiche sulla resistenza, e invece ecco che ritornano a distanza di tanti anni. "Non abbiamo fatto nulla di scandaloso» sottolinea Fabio Castano, il segretario provinciale del movimento di destra. Le ragione della rievocazione, le spiega nel dettaglio, Ivan Albertini, responsabile dell’Alto Varesotto, spiega che “è solo una messa, ma non abbiamo scelto il sacrario del monte San Martino, bensì il monumento ai caduti di tutte le guerre che c’è nel paese di Duno. Abbiamo scelto quel paese, perché è quello dove abbiamo raccolto più voti percentuali alle ultime provinciali". Angelo Chiesa è indignato e ricorda che in quella battaglia morirono solo partigiani. Albertini, invece,  aggiunge anche una sua rievocazione storica delle resistenza in Valcuvia: "Volevamo anche celebrare i caduti della Rsi nella battaglia del San Martino, ci fu infatti una camionetta che fu mitragliata mentre saliva al Monte, sei morti che non sappiamo neanche dove furono sepolti; avevamo contattato i parenti, ma non si sono voluti esporre. Li capisco, però aggiungo che non abbiamo contattato Forza Nuova o altre frange estreme, per non esasperare gli animi – continua l’epsonente de La Destra – vogliamo solo celebrare tutti i caduti e ricordare che la battaglia del San Martino ebbe origine da due uomini asserragliati al San Martino che andarono a fare una rapina a Mesenzana, uccidendo un tenente della Wehrmacht, che era nipote di Goering".
I partigiani, però non accettano revisionismi. "Organizzare in questa località una simile manifestazione – scrivono in una nota – non è solo una grave offesa alla memoria di quanti hanno combattuto e sono caduti per la libertà ma un deliberato disegno provocatorio nei confronti dei familiari, delle Associazioni democratiche e antifasciste, del Comitato provinciale per le onoranze ai caduti del San Martino, delle Istituzioni democratiche che ogni anno ricordano la gloriosa pagina della battaglia del San Martino".

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Pubblicato il 21 Ottobre 2008
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