Maroni: “Varese resta una città sicura”

«Varese rimane una città sicura», lo ha detto Roberto Maroni presente oggi, 11 novembre, in città per presenziare al “Comitato per l’ordine e la sicurezza”, riunitosi dopo l’assassinio di un immigrato magrebino in pieno centro.
Il ministro dell’Interno ha annunciato che nei prossimi giorni «verranno prese misure specifiche per il capoluogo». Non ha però chiarito quali e rimandato la curiosità dei cronisti a tempo debito. L’immigrato ucciso, come si ricorderà, è risultato irregolare e su questo punto lo stesso Maroni ha aggiunto che «se ci fosse stato posto nei Cpt (centri di permanenza temporanea, ndr) questo non sarebbe accaduto».

Il vertice è durato poco più di un’ora. Sul fronte delle indagini non è stata data alcuna notizia. Insieme al ministro è giunto in prefettura il prefetto Nicola Cavaliere, vicecapo della polizia, che ha tenuto una serie di riunioni con i vertici delle forze dell’ordine territoriali. 

Attilio Fontana, sindaco di Varese, spiega che la "situazione in città non è preoccupante, però era giusto dare un segnale; non è un mistero per nessuno che Maroni sia molto sensibile a ciò che accade su questo territorio, in questo senso possiamo dire di essere privilegiati e quindi cerchiamo anche di valorizzare questo aspetto positivo".

Dunque, anche il supervertice straordinario di Varese ha confermato che l’allarme sicurezza in città non esiste. Il ministro dell’interno ha confermato e ribadito le dichiarazioni fatte a luglio in città, e ha fatto dichiarazioni prudenti da questo punto di vista. Il sindaco Fontana ha rivelato che durante la riunione si è parlato anche delle statistiche, che sostanzialmente confermano come i reati non siano in aumento, ma in diminuzione. "Rimane comunque valida la richeista di maggiori forze dell’ordine" ha sottolineato il sindaco: meglio polizia e carabineri, e non l’esercito.