Raid razzista: “Ho avuto paura che lo uccidessero”

Parla il commerciante che dal balcone di casa ha visto il pestaggio al venditore di fiori bengalese e ha chiamato i carabinieri

E’ stato massacrato di botte, eppure ci sono diversi testimoni che raccontano di aver visto il venditore di rose bengalese raccogliere il suo motorino e andare via, con la testa piena di lividi. Nell’aggressione razzista di Ghirla, c’è anche questo. La paura. “Rosario” o “Newton”, come viene chiamato, non ha voluto denunciare né ha accettato di farsi caricare in ambulanza, dopo essere stato picchiato da quattro persone. “Ha preso il motorino, ha anche cercato di mettersi il casco, ma non riusciva per il troppo dolore e così n’è andato a zig zag – raccontano i testimoni – poi abbiamo saputo che è stato medicato in ospedale, perchè aveva dei dolori”.

Qualcuno ha avuto coraggio però. C’è chi ha visto, e ha chiamato i carabinieri, ha cercato di intervenire; i ragazzi che gestiscono il bar della piazza di Ghirla. Loro sono accorsi quando hanno capito che fuori stavano picchiando un ragazzo, forse non tutti hanno avuto la loro prontezza, ma alcuni sì. Giuseppe Fedele, invece, è il testimone che ha visto tutta la scena. 38 anni, vende giacconi di pelle nei mercati; quel sabato di tre settimane fa era al balcone, fumava e guardava giù: “Il bengalese è arrivato con il motorino –racconta – e l’ha parcheggiato davanti al bar. C’era un ragazzo italiano che, senza motivo, ha preso a calci il motorino. Il bengalese ha chiesto spiegazioni, quello gli è saltato addosso. Secondo me aveva un po’ bevuto. In un attimo, sono arrivati altri tre ragazzi che erano all’ingresso del bar, e hanno cominciato a picchiarlo. Lo hanno buttato a terra, vicino alla cabina telefonica, lo hanno preso a calci e pugni, io ho urlato e chiamato i carabinieri. Mi sembrava che lo stessero ammazzando, giuro, e dovevi sentire come urlava, un grido terribile, profondo, di paura e dolore. A quel punto sono sceso giù in pigiama, i ragazzi del bar sono accorsi, e quelli hanno smesso di picchiarlo”

Altri testimoni raccontano che una pattuglia dei carabinieri di Marchirolo è arrivata in pochissimi minuti, perché si trovava in zona. I militari conoscevano già i 4 aggressori: hanno cercato di scappare ma no hanno fatto che pochi metri, e già quel sabato sera di tre settimane fa stati identificati. Venerdì saranno ascoltati dal giudice. La Procura di Varese contesta anche l’aggravante razziale. “Gli dicevano puzzolente, negro” spiega il testimone, “non farti più vedere, vai al tuo paese, tu qua non ti devi fermare mai più”.

E c’è poi la prudenza con cui le forze dell’ordine hanno parlato della vicenda. L’aggressione è di tre settimane fa, le ordinanze sono state eseguite nel fine settimana, ma dell’episodio le autorità hanno preferito parlare solo dopo tanto tempo “per non creare allarmismi”. 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 26 Novembre 2008
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.