Veterinario riattacca il becco a un pellicano

In quarant’anni di onorata carriera da veterinario a Rainer Schneider non era mai capitato di operare un pellicano con una doppia frattura al becco inferiore. Eppure domenica scorsa nella sua clinica di Casbeno gliene hanno portato un esemplare di cinque anni con il becco penzoloni. Una brutta ferita rimediata in una voliera nel parco faunistico delle Cornelle di Valbrembo, in provincia di Bergamo. Sarebbe sicuramente morto, perché in quelle condizioni il pellicano non poteva nè mangiare nè bere. Schneider, dopo un rapido consulto con il suo assistente, ha deciso di operarlo. «Non è facile fare questi interventi – spiega il veterinario – perché se per i cani e i gatti c’è tutto, per questi animali bisogna inventarsi delle soluzioni un po’ creative». Rimaneva infatti un grosso, anzi, lungo problema: in sala operatoria non c’era una maschera per l’anestesia abbastanza grande per contenere il becco del volatile. E allora il colpo di genio. Il veterinario ha preso tre bottiglie di plastica per l’acqua, le ha unite tra loro e collegate al tubo di gomma dell’anestetico e, infine, al becco dell’animale.  

Il pellicano si è addormentato e Schneider gli ha infilato nella mandibola due lunghi chiodi, quelli in lega usati per ricomporre le fratture negli esseri umani, e poi gli ha dato i punti di sutura. Due ore di intervento in tutto e una flebo per alimentarlo nelle ore successive. 
Il pellicano ora sta bene e sta facendo la sua convalescenza accanto ad una frenetica mangusta (un piccolo mammifero che mangia serpenti). «È stata una grande soddisfazione – conclude il veterinario – perché fin da subito il pellicano ha recuperato le sue funzioni. Ora ha il becco appesantito dai chiodi, ma beve già da solo e stamattina ha mangiato pure due sgombri».