Il Pd nordista: “Privilegi a Catania e Roma. E la Lega che fa?”

Tosi e Alfieri: governo centralista, i comuni con i conti a posto penalizzati dal patto di stabilità

Nuovo affondo del Pd contro la Lega: "Il Governo ha priviliegiato Roma, dopo aver premiato il comune di Catania che aveva fatto crack. Lo dice anche il forzista Galan, il governo si è meridionalizzato. E la Lega che dice di difendere il nord? E’ solo un bluff, lo dicono i fatti, che sono altra cosa dagli annunci". Lo affermano il segretario provinciale del Pd, Stefano Tosi, e il dirigente del Pd lombardo Alessandro Alfieri. 

L’emendamento nel decreto salvacrisi che permette a Roma di escludere dal patto di stabilità l’investimento per la metropolitana di Roma, è il "casus belli" di oggi. Il parlamento dovrebbe approvarlo nella seduta alla camera, che ha scatenato la polemica del presidente Fini per l’abuso del voto di fiducia.

Il sindaco di Varese, Attilio Fontana, ha protestato due giorni fa contro il regalo a Roma. “E’ scandaloso” ha detto, e ha attaccato ancora una volta la politica romana e la mancanza di considerazione verso i comuni padani che rispettano le regole.  L’indignazione leghista viene messa alla berlina dai Democratici. “Fontana arriva in ritardo, ci fa piacere che adesso sia critico, ma non sottoscrisse tempo fa una lettera degli enti locali lombardi che criticava il centralismo del governo – dice Alessandro Alfieri – Il via libera a Roma, inoltre, è stato approvato dalla commissione bilancio, guidata proprio da un leghista, Giancarlo Giorgetti – continua  Alfieri – è chiaro che il governo ha scelto le sue priorità: tra questa non c’è il nord e nemmeno gli enti locali che si comportano bene. La Lega fa parte di questo governo, a conti fatti, la pretesa di difendere il Nord, si sta rivelando un bluff. Basti pensare che anche Milano aveva chiesto una deroga al patto di stabilità per l’Expo, e Tremonti ha detto di no”.

Per Varese, e per i suoi comuni, ma anche per la Lombardia, che ha il 75% degli enti locali sotto i 5mila abitanti, il patto di stabilità obbliga a una rigidità contabile che appare corretta per chi sperpera. Ma chi invece ha i soldi per fare investimenti, dicono i democratici, si trova bloccato.  A Varese, ad esempio, c’è l’investimento sulla caserma Garibaldi, destinata a diventare il nuovo teatro.  Sarebbe meno paralizzante per il comune, se passasse questa proposta.
Il Pd lombardo chiede da tempo che gli investimenti siano scorporati dal patto. E lo fa anche sostenendo che rilancerebbe l’economia: “La maggior parte delle opere pubbliche – chiarisce il segretario provinciale Stefano Tosi – sono realizzate dagli enti locali, e in un momento come questo, è fondamentale rendere possibili i lavori pubblici”.

La proposte di Tosi e Alfieri, sono quelle già annunciate dal Pd: garantire ai comuni entrate certe con un acconto della quota Irpef o Iva, rifinanziare il fondo politiche sociali e inclusione sociale, dato che  buona parte del welfare è fatto dai comuni, e applicare il patto di stabilità a livello regionale, declinando cioè i conteggi alle singole situazioni di spesa che sono molto diverse nel paese. Un regionalismo spinto e maggiore indipendenza degli enti locali, legati a criteri di finanziamenti certi e d equo. «Mentre adesso si fanno figli e figliastri, si danno premi a chi non li merita e si mortifica chi si è comportato bene. E tutto questo – conclude Tosi – mentre la Lega attende il federalismo che, in ogni caso, avrà tempi lunghi. Nella pratica, oggi, il governo ha piegato la finanza locale a un controllo profondamente centralista».

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Pubblicato il 14 Gennaio 2009
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