Risparmio energetico e inquinamento luminoso: una nuova cultura

Cieli troppo illuminati causano spreco di risorse, danno alla ricerca scientifica e all'ambiente e violano normative che puntano al ripristino dell'equilibrio. Qualche riflesisone dall'osservatorio Schiaparelli

Definizione: è inquinamento luminoso dell’atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell’orizzonte.


In presenza di inquinamento,  è risaputo,  c’è sempre un prezzo più o meno alto da pagare sia in termini di qualità della vita sia per i costi sociali del risanamento ambientale e degli oneri igienico sanitari. Quando si parla o si scrive che la luce può inquinare che significa? Significa che una tra le più grandiose invenzioni del genio umano  non viene usata in modo corretto. L’uso corretto è quello di illuminare diffusamente e non sovrailluminare, tanto meno a macchia di leopardo,  i luoghi che lo necessitano, ad esempio strade, marciapiedi, piazze e altri luoghi che,  a partire dal crepuscolo,  devono consentire sicurezza e comodità di passo all’esterno ed  una buona illuminazione all’interno delle case. Ciò perché l’energia elettrica è una risorsa che non va sprecata.

Fin qui siamo tutti d’accordo, intendo tutti i cittadini che fruiscono del servizio di distribuzione luce o gli Amministratori che devono fornire il servizio della illuminazione pubblica. In ogni caso sono sempre i cittadini che pagano. Ottime ragioni per utilizzare al meglio questo bene prezioso che si esprime in Watt e in euro.
Esistono luoghi, paesi e periferie di città che non hanno luce sufficiente e dall’altra parte esistono coloro (Enti pubblici e privati) che ignorando le leggi in vigore anzi in violazione alle leggi stesse,  utilizzano prodotti illuminanti a tecnologia obsoleta  che disperdono in cielo luce di cui il cielo e le nuvole certo non abbisognano.

Madre Natura ha stabilito il giorno per le necessità vitali di tutte le creature  e ha voluto la notte e il buio per il riposo e per la vita di altre creature che nel buio traggono il loro sostentamento. Del buio approfittarono i primi idolatri degli astri, poi gli astrologi ed infine gli astrofisici. Questi ultimi usando strumenti sempre più sofisticati hanno scoperto nel cielo buio oggetti e paesaggi di incommensurabile importanza per il progresso della conoscenza e l’esplorazione dello spazio.

La legge regionale lombarda 27 marzo 2000 n. 17 e successive modificazioni e quelle di molte altre regioni  intendono tra l’altro, tutelare territorialmente gli osservatori astronomici. In queste leggi si unisce il risparmio energetico al contenimento dell’inquinamento luminoso, considerando che, si ha inquinamento del cielo quando si altera la condizione di visibilità di uno scenario che da millenni è fonte di curiosità scientifica e di contemplazione: l’universo stellato.

L’Unesco nella sua Dichiarazione Universale dei diritti delle generazioni future  ammonisce: occorre conservare visibile il cielo notturno alle future generazioni quale patrimonio culturale dell’Umanità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Febbraio 2009
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