Museoweb.it, va in rete l’album dei ricordi dell’industria varesina
Nasce on line il museo delle imprese longeve del territorio: con foto, video interviste, curiosità e molte "sale" da visitare da casa propria. Un caso unico a livello nazionale
Il biglietto scritto a mano da de Gasperi, la ciminiera nel cortile di casa, le pipe del primo dopoguerra, le videointerviste dei protagonisti. Non ha muri, ma non manca di nulla il museo web delle industrie del varesotto: il primo esperimento nazionale di museo virtuale di una realtà economica, realizzato da camera di Commercio di Varese. Una novità che coniuga conoscenza e curiosità, storia e aneddoti come nei più innovativi musei europei, ma che si diffonde esclusivamente in internet, al sito www.museoweb.it.
«Quando ci siamo accordati per questa inaugurazione di museo, istintivamente ho chiesto ai miei collaboratori: ma quante sale occupa? Poi ho dovuto ammettere che di sale non ne ha bisogno… – confessa Bruno Amoroso, presidente della Camera di Commercio varesina, durante la presentazione dell’iniziativa a Ville Ponti – Forse uno che ha 30 anni meno di me una domanda del genere non l’avrebbe fatta, ma l’avervelo raccontato spero renda l’idea di quante cose siano cambiate e di quanto le prime aziende che hanno partecipato al progetto siano in fondo dei nuovi pionieri»
I “pionieri” come Amoroso li definisce, sono 37: tante sono le aziende che hanno almeno 60 anni (la più “giovane” è nata nel 1950, ma sono ben 16 quelle nate prima del 1900) che in qusto museo hanno ricostruito insieme agli storici del centro per la cultura d’Impresa, coordinato dal professor Giuseppe Paletta la storia industriale della provincia attraverso la storia della loro azienda. «Quando ci hanno contattato, abbiamo innanzitutto dovuto confrontarci con il nostro passato – Ha spiegato Mario Montonati, rappresentante di una di loro, la Giovanni Clerici – E rivedere il risultato sul web dà la misura di come noi stessi viviamo l’azienda. In questo museo ci sono aziende iperinnovative che hanno cent’anni: penso ad esempio alla Secondo Mona. Ma anche aziende di un settore antico, il tessile, che non ha nessuna voglia di morire, né tanto meno di essere ammazzato da altri. Per questo l’unica cosa che non mi piace di questa iniziativa è la parola “museo”. Perchè di primo acchito sembra si riferisca a cose vecchie, passate. Se invece per museo si intende un posto dove ci sono cose di valore, allora sì. Perchè qui dentro c’è tutto il saper fare dell’industria manifatturiera della provincia».
Ma proprio il suo nome, invece, rappresenta ben altro: «Questo museo e la sua collocazione è un ponte tra il passato e il futuro – sottolinea Mauro Temperelli, direttore generale di Camera di Commercio e “motore propulsore” dell’impresa – E proprio nella parola “museoweb”, che coniuga una parola che sa di antico e di storia con una che rappresenta la memoria del futuro, c’è tutto il significato dell’iniziativa».
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