L’Italiana di Algeri in scena all’Apollonio

L'appuntamento con l'opera lirica di Gioacchino Rossini è domenica 15, alle 17, al teatro di piazza Repubblica

Domenica 15, alle 17 nuovo appuntamento con l’opera lirica. In scena andrà “L’Italiana in Algeri" di Gioacchino Rossini. L’Italiana in Algeri è capolavoro assoluto e, come disse il rossinista Stendhal, “perfezione del genere buffo”. Siamo ad Algeri. Il sultano Mustafà, annoiato dalla fedeltà docile e remissiva delle donne del suo paese, ripudia la moglie Elvira, offrendola in sposa a Lindoro, un marinaio italiano divenuto suo schiavo, innamorato di Isabella, che ha lasciato in patria. Intanto Isabella, in cerca di Lindoro assieme all’innamorato cavaliere e servitore Taddeo, naufraga sulla spiaggia di Algeri. Haly, il capo dei corsari del sultano, vede in Isabella la donna che risponde alle esigenze del sultano. Frattanto Mustafà ordina a Lindoro di ritornare in Italia portando con sé la moglie Elvira. Isabella convince Taddeo a fingersi suo zio per proteggerla, così riuscendo anche a salvare Taddeo, che diversamente avrebbe rischiato di essere condannato a morte. Quando Elvira e Lindoro si presentano per l’addio a Mustafà, i due veri innamorati, Isabella e Lindoro, si riconoscono. Isabella chiede allora a Mustafà, facendo finta di accettare i suoi corteggiamenti, che Lindoro diventi suo servo. Isabella propone quindi a Lindoro una fuga con la stessa nave che lo avrebbe dovuto condurre in Italia assieme ad Elvira. Nel frattempo, per compiacere Isabella, Mustafà conferisce al “finto zio” Taddeo il titolo di “Gran Kaimakan”. In cambio Taddeo, al segnale di uno starnuto “eccì” di Mustafà, dovrà allontanarsi per lasciarlo solo con Isabella. Lindoro mette in opera una burla contro Mustafà: gli comunica che anche Isabella spasima d’amore per lui e desidera nominarlo suo “Pappataci”, titolo concesso in Italia solo agli amanti esemplari, che mangiano, bevono, dormono fra carezze ed amori. La cerimonia del “Pappataci” è un escamotage per organizzare la fuga di Isabella, Lindoro e di tutti gli italiani prigionieri di Mustafà. Il rito di iniziazione prevede silenzio e immobilità assoluta di Pappataci, che deve solo mangiare, bere, tacere. Taddeo, quando vede che gli italiani si apprestano alla fuga, capisce di essere stato anche lui imbrogliato; cerca di scuotere Pappataci dal torpore, ma non ci riesce. A Taddeo non rimane che scegliere tra la morte in Algeria o il ruolo di “terzo incomodo” in Italia e, saggiamente, opta per la seconda soluzione. Al povero Mustafà non resta che farsi perdonare da Elvira, la sua fedele sposa.

La Biglietteria del Teatro è aperta nei seguenti orari:
dal lunedì al sabato dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 19.00.
Nei giorni di spettacolo il botteghino è aperto dalle 20.00 alle 21.00.
Per informazioni telefoniche potete rivolgervi al n. 0332 247897.
Il Teatro di Varese è nel circuito TicketOne, potete quindi rivolgervi a uno dei punti vendita per acquistare i biglietti del Teatro di Varese. Per conoscere il punto vendita più vicino a voi consultate il sito www.ticketone.it.

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Pubblicato il 13 Marzo 2009
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