Sostanze tossiche dalla Svizzera, sequestrata una cava a Viggiù

La Guardia di finanza ha scoperto che rifiuti svizzeri venivano stoccati abusivamente a Viggiù: 3 indagati, informate le autorità per capire la provenienza

Rifiuti svizzeri con sostanze tossiche, tra cui eternit e arsenico, venivano stoccati illegalmente in una cava di Viggiù. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Gaggiolo, dopo aver sequestrato, a settembre, un carico proveniente dal Canton Ticino. Dall’indagine è emerso un traffico illegale che, presumibilmente, andava avanti da alcuni anni, con l’obiettivo di risparmiare sulle costose procedure di smaltimento. I periti incaricati di indagare sul sito dal pm Luca Petrucci hanno rivelato che nella cava Femar, sotto terra e ghiaia, sono tuttora presenti amianto crisatilo, arsenico, nichel, tutti in percentuali eccedenti i limiti previsti. Ma anche eternit e catrame. La dispersione nel terreno delle sostanze è potenzialmente tossica, le conseguenze sarebbero disastrose se le fibre di eternit mischiate alla ghiaia venissero riutilizzate per l’edilizia: il risultato sarebbe un tumore al polmone per gli inquilini.  La cava, oltretutto, è oggi parzialmente abusiva. E da una ricognizione aerea è emerso il formarsi di acque e ruscelli che entrano nel terreno. La cava è stata posta sotto sequestro e la procura della Repubblica è pronta a chiedere alla Regione una costosa bonifica della zona.
Quanto ai responsabili, che devono rispondere di gravi violazioni alle normative ambientali, sono indagati i due titolari della Femar, e il titolare di una impresa svizzera di Lugano che inviava il materiale. L’ipotesi è che il disastro andasse avanti da tempo: i carotaggi fatti nella cava hanno rivelato sostanze e contaminazioni coerenti con il materiale presente nel camion sequestrato a settembre. Ufficialmente il trasporto indicava  “sabbia mista a ghiaia e pietre frantumate”, ed era pagato, 30 euro a viaggio, dagli italiani. Di certo, l’impresa, negli ultimi 8 anni, ha importato 133mila metri cubi di materiale sospetto. Si tratterebbe, se confermata, di una quantità enorme, con 2.500 viaggi, e tale da riempire 20 campi di calcio. Un affare enorme, con risparmi sullo smaltimento di migliaia di euro. Rimane da chiarire da quale sito svizzero venisse il materiale. Ma la Gdf non ha competenza sul territorio elvetico e ha trasmesso alla Provincia di Varese tutti gli atti, affinché tra autorità italiane ed elvetiche si faccia chiarezza.  

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Cava tossica 4 di 10
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Pubblicato il 26 Marzo 2009
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