Paura del pedofilo, mamme nel parco chiamano i carabinieri

La paura ci fa vedere mostri e streghe dappertutto. E’ un triste equivoco, legato alla diffidenza e alla paura dei pedofili, quanto accaduto a Varese martedì pomeriggio. Un ragazzo africano, di colore, fa delle foto ai fratellini e si ritrova con i carabinieri chiamati dalle mamme che stavano vicino a lui nel parco. E’ innocente, voleva solo fare una passeggiata, ma intanto si trova a doversi giustificare di fronte all’autorità per comportamenti che nulla hanno a che vedere con il codice penale.

I fatti: in un’area verde, alle Bustecche, un ragazzo della Sierra Leone, di circa 20 anni, sta facendo una passeggiata con i due fratellini minorenni, di 4 e 12 anni. E’ un pomeriggio tiepido, gioca con loro, e ha un cellulare con la macchina fotografica incorporata, come ce ne sono tanti; forse fa qualche scatto, ma non ad estranei. Sembra tutto normale, ma alle mamme dei bambini che stanno giocando poco distante, il ragazzo non piace, né tantomeno piace quel telefonino. Passano alcuni minuti, le mamme si consultano, poi circondano il ragazzo e gli chiedono che cosa stia facendo; chiamano i carabinieri, che accorrono sul posto e interrogano il giovane.

I militari fanno il loro dovere: gli guardano il cellulare, chiedono di fare una verifica a casa sua, per controllare che non vi siano materiali oggetto di reati. Ma, nel telefonino, non ci sono foto dei bambini del parco. Il ragazzo non ha fatto scatti invasivi della privacy altrui: è innocente e riesce a dimostrare, di li a poco, documenti alla mano, che i bambini insieme a lui sono semplicemente i suoi fratellini. I carabinieri capiscono la morale: è un periodo particolare, c’è tanta paura in giro.
Sarà che la prudenza non è mai troppa, ma a furia di esagerare tutto finisce che, il sospetto, invece di farci stare più sicuri, diventa una gabbia per tutti.