Garibaldi vince la sua seconda battaglia e festeggia

Il 26 maggio si terranno i festeggiamenti per il 150 anniversario della Battaglia di Biumo dove i Cacciatori delle Alpi sconfissero gli austriaci comandati dal feldmaresciallo Urban

Il 26 maggio si celebrerà il 150 anniversario della "Battaglia di Varese" che si combattè nel 1859. In quella battaglia morì Ernesto Cairoli (venne colpito a morte vicino alla barricata di Biumo), il primo dei quattro fratelli pavesi che combatterono con Garibaldi e a cui Varese ha intitolato il proprio liceo classico. La battaglia  si combattè a Biumo. Giuseppe Garibaldi, al comando dei Cacciatori delle Alpi, aveva di fronte le truppe austriache, comandate dal feldmaresciallo Urban, arrivato a Como il 25 maggio. Sul campo quasi diecimila uomini
 
Per i festeggiamenti dell’anniversario si è combattuta una seconda battaglia questa volta con la Lega Nord, per la concessione del patrocinio del Comune ai festeggiamenti. Alla fine il Carroccio ha ceduto “con onore delle armi”. Il 26 maggio prossimo alle ore 18 si terrà una sfilata in ricordo della battaglia garibaldina . Naturalmente l’appuntamento è in Piazza Podestà , meglio conosciuta come piazza del Garibaldino, l’ arrivo in Piazza 26 maggio.
Il comitato dei festeggiamenti , presieduto dall’avvocato Giovanni Valcavi, ha allestito un sito in cui si spiegano le ragioni di questi festeggiamenti: «Il Comitato  intende commemorare un fatto storico accaduto nella città di Varese: il 26 maggio 1859, in località Biumo, si svolse tra garibaldini e forze austriache la prima battaglia per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Da quell’evento sono passati 150 anni che possono sembrare tanti soprattutto in un’epoca come la nostra dove spesso si smarrisce la memoria di fatti importanti ben più recenti. Dunque perché ricordare quella lontana battaglia avvenuta nella nostra città? Innanzitutto perché è un pezzo di storia locale che è parte a pieno titolo della vicenda risorgimentale italiana. In secondo luogo perché a quella battaglia, come del resto a tutta l’epopea risorgimentale, prese parte la migliore gioventù italiana dell’epoca. Infine perché i nemici di allora, cioè noi e l’Austria, sono oggi alleati e partner della stessa comunità europea. Ricordare dunque soprattutto ai giovani le vicende passate, anche quelle dolorose come una battaglia, deve servire a rivendicare le ragioni dell’unità nazionale e a riaffermare i principi di convivenza e pace nella politica internazionale». 

 

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Pubblicato il 15 Maggio 2009
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