Guidava ubriaco e uccise 3 amici: 10 anni di carcere
Dura sentenza al processo contro Marco Panarese, il 34enne che causò la strage di Gazzada
Dieci anni e quindici giorni di carcere per aver causato la morte di tre ragazzi, schiacciati nell’auto che guidava, dopo una folle corsa, condotta a 170 all’ora, e finita contro il guard rail del cavalcavia di Gazzada il 21 novembre del 2005. Fu una vera strage, quella dei ragazzi di Gazzada, e il responsabile fu Marco Panarese, un 34enne che si salvò per miracolo, ma che porta, secondo il giudice Ottavio D’Agostino, tutta la responsabilità di quella disgrazia. Era un stato di ebbrezza, aveva i livelli di stupefacenti troppi alti nel sangue, correva come un matto, urtò 3 auto prima di schiantarsi.. La 206 maledetta partì quella sera dal circolo di Buguggiate, l’idea era quella di andare a bere qualcosa in un locale a Morazzone. Il risultato fu invece un omicidio colposo plurimo e aggravato, con lesioni aggravate, e nonostante i risarcimenti che l’assicurazione ha pagato, il giudice ha confermato le richieste del Pm. Il processo è stato lungo, e a un certo punto si era interrotto proprio per liquidare la questione dei risarcimenti, ma la posizione di Panarese non è mai stata in discussione per quanto riguarda la responsabilità di aver condotto i quattro ragazzi che erano in auto con lui alla morte o a una lunga degenza in ospedale, come nel caso di Erika Lacavalla, 18 anni all’epoca dei fatti, l’unica dei passeggeri scampata allo schianto. Quella sera trovarono invece la morte il 18enne Andrea Imperiale, figlio del responsabile della protezione civile di Buguggiate, il 19enne Agostino Caristo di Capolago, e il 24enne Mirko Porcu di Azzate.
Dopo quella tragedia, gli amici e le famiglie hanno ricordato il sacrificio di quei ragazzi con iniziative, fiaccolate e anche con un calendario contro le stragi del sabato sera, realizzato da Salvatore Porcu – il papà di Mirko – i cui ricavati saranno devoluti in beneficenza. Mentre dal punto di vista processuale, si aprono le porte del ricorso in appello per Panarese. La pena è stata particolarmente severa, perché il giudice non ha sostanzialmente pareggiato le attenuanti derivate dal risarcimento corrisposto alle famiglie delle vittime, con l’aggravante dell’omicidio colposo plurimo e dando maggiore rilevanza a questo secondo aspetto. Anche se l’imputato beneficerà di uno sconto di 3 anni per gli effetti dell’indulto.
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