Anita Garibaldi: “La Lega non ha capito la lezione del mio antenato”

Il corteo storico per le celebrazione dei 150 anni della battaglia di Biumo si è svolto nonostante il violento acquazzone. Presente il ministro della Difesa Ignazio La Russa e la pronipote di Giuseppe Garibaldi. medaglia di Bronzo del Presidente della Repubblica al Comitato 26 maggio 1859

«Ah, c’è pure la bandiera di Rifondazione comunista». Il ministro della difesa Ignazio La Russa non ha perso il suo istinto politico. Nel tripudio di camicie rosse, barbe posticce, sciabole, gonfaloni, tricolori, archibugi, vessilli più o meno di ordinanza, è riuscito a individuare l’unica presenza comunista nel corteo storico. Una partecipazione inaspettata quella del ministro della Difesa che, approfittando di una visita ufficiale alla Caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, ha voluto essere presente alle celebrazioni dei 150 anni della Battaglia di Varese, dove Giuseppe Garibaldi sconfisse gli austriaci del generale Urban.
In piazza del Garibaldino, il ministro ha deposto un corona ai piedi del monumento dedicato ai Cacciatori delle Alpi, ha cantato l’inno d’Italia e non ha battuto ciglio né di fronte alle tre schioppettate a salve, sparate dal picchetto storico dei garibaldini, né per l’acquazzone che si è abbattuto sul corteo. Secondo gli esperti, anche il giorno della battaglia, 150 anni fa,  il tempo era inclemente. Secondo i garibaldini, sarebbe stata «una gufata dei leghisti», fin dall’inizio contrari alla rievocazione storica.
Affacciati alle finestre della sede della Lega Nord, che è proprio in piazza del Garibaldino, c’erano alcune vecchie militanti che, forse in ossequio all’alleato di governo presente in piazza, hanno cantato  l’inno nazionale. E alla domanda se l’Italia unita puo’ andare d’accordo con il federalismo del senatur, il ministro ha risposto: «La Lega non ce l’ha imposto. Anzi , forse il federalismo è più utile al sud che al nord, perché in meridione bisogna raddrizzare i costi dei servizi. Comunque questa Italia è bella per le sue specificità».
«Non indietreggiate davanti alla pioggia guardate avanti, come i garibaldini». Mentre lo speaker del comitato organizzatore serrava i ranghi, la pronipote dell’Eroe dei due mondi, Anita Garibaldi (foto), incurante della pioggia, si parava davanti al picchetto. «La Lega – ha detto la donna – non ha capito che se c’era uno che ha combattuto per gli ideali di giustizia, legalità, ordine e libertà dei popoli questo era proprio Giuseppe Garibaldi. In una puntata di "Porta a Porta" ho convinto persino Castelli. Il problema è che non lo conoscono».
Il “Comitato 26 maggio 1859” ha incassato tanti riconoscimenti tra cui quello della Camera e del Senato, quello di Amedeo Duca d’Aosta, ma soprattutto la Medaglia di Bronzo del presidente della Repubblica. Alle celebrazioni erano presenti moltissimi sindaci del territorio, compreso quello di San Fermo della Battaglia. Assente quello di Varese.
Il corteo storico, a cui hanno partecipato anche la scuola media Righi, la scuola elementare Cairoli e quella di Bodio Lomnago, è sfilato fino a Biumo Inferiore sotto un acqua battente, ma ironia della sorte il fuggi fuggi generale è iniziato in via Garibaldi, quando pioggia e vento hanno dato dura battaglia, avendo la meglio anche sulla banda di Castiglione che in tenuta garibaldina stava intonando la marcia della vittoria. L’unico drappello che fradicio dalla testa ai piedi (fucile compreso) ha tenuto il passo fino alla fine, meglio di un battaglione di lagunari, è stato il reggimento trasmissioni della caserma Santa Barbara di Milano.
A seguire, staccati di pochi minuti, i garibaldini in divisa storica.

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Pubblicato il 26 Maggio 2009
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