A scuola in funivia
Tutte le mattine Monica e Martina scendono a valle per arrivare a Dumenza. È una delle tante storie del piccolo paese in cima alla Val Veddasca
«Vuole sapere quante anime o quanti corpi?», è la domanda che fa Rosy, a chi le chiede quanti abitanti ci sono a Monteviasco nel comune di Curiglia, il piccolo borgo che si trova in Val Veddasca, vicino a Luino.
«Migliaia di anime e cinque famiglie che ci vivono ancora stabilmente», prosegue la donna che è nata in questo luogo con la sorella Lucy. "Non raccontate che siamo isolati. Il paese infatti è sempre pieno, è un luogo di transito, escursioni e feste richiamano sempre tanta gente".
Molte sono le persone che vengono in questo paesino ospitale e accogliente, famiglie e scolaresche che scelgono di conoscere questo luogo magico.
Per raggiungerlo un solo sentiero costituito da una mulattiera di scalini e una funivia costruita da un ventennio appena. Il tempo qui, sembra essersi fermato, ma è impossibile non rimanere incantati da luogo paese che trasmette pace e tranquillità.
Affascinanti sono le storie di chi qui ci abita o ci lavora, come quella di Gianni e Pina che gestiscono la trattoria “il Camoscio” e il rifugio “I Quatra brighent” e confessano che la scelta comporta sacrificio, ma anche tanta soddisfazione.
Gianni, il cuoco, racconta che i fondatori del paese furono proprio “quattro briganti”, Ranzoni, Morandi, Dellea e Cassina, che un tempo dominavano questo luogo. Sono queste le famiglie che hanno costruito Monteviasco, che fino agli anni ’45-’50 contava quasi 400 abitanti e che intorno agli anni Settanta, si è a poco a poco svuotata.
Moreno invece è nato qui, ma ora vive a Dumenza e fa l’insegnante. Insieme alla moglie ha deciso di proseguire l’attività della madre, il bar “Barchet”, che rimane aperto nel periodo estivo e nei fine settimana.
Affascinante è la storia di Giordano e Cristina e delle loro due figlie, Monica, 7 anni e Martina 11, le uniche due bambine che vivono a Monteviasco.Tutte le mattine le bimbe prendono la funivia che le porta a Curiglia dove c’è lo scuolabus che le attende per accompagnarle a scuola. I genitori hanno una stalla con numerosi animali e fanno latte e formaggi; Giordano confessa che «si vive bene, preferisco qui, che lo stress della città». Vivere qui non è sempre semplice, ci sono ancora molte cose che si potrebbero fare per migliorare i servizi che questo piccolo luogo potrebbe offrire ai propri abitanti, come la funivia, «il problema – spiega Cristina – è che per scendere a mangiare una pizza o per andare ad una festa la sera, va richiesto il servizio».
Non solo, Giordano spiega che ci sono delle difficoltà anche a trasportare gli animali, ma nonostante tutto dice «Ormai siamo qui, la stalla c’è, tiriamo avanti, siamo duri a morire noi».
È l’amore per Monteviasco, per la sua storia, per le sue tradizioni che rende queste famiglie affascinati e particolari, normali certo, ma un po’ fuori dal comune.
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