Intercettazioni e ronde, sindacato di Polizia contro il governo

Il Siap Uil parla di devolution strisciante sull'ordine pubblico e indebolimento delle indagini con la limitazione all'uso dell'ascolto di conversazioni




La posizione del sindacato di Polizia Siap-Uil riguardante i provvedimenti prossimi che il governo si accinge a far votare al senato.

Nei prossimi giorni si incrociano al Senato due appuntamenti importanti per tutti gli operatori delle Forze di Polizia Nazionali.

Il primo è quello sulle intercettazioni telefoniche, che non solo prevede forti limitazioni all’azione di contrasto al crimine che Forze di Polizia e Pubblici Ministeri saranno in grado di esercitare sul piano investigativo, ma anche procedure di sospensione automatica dal servizio per quegli operatori di Polizia che siano interessati dalla sola iscrizione nel registro degli indagati. La notizia positiva è che intanto importanti componenti sociali si stanno organizzando per proporre un referendum abrogativo.
Il secondo è il DDL/Sicurezza, che riguarda l’azione di prevenzione e che il Governo ha “blindato” ponendo per l’ennesima volta la fiducia. Dal nostro punto di vista, quello del rondismo è un fenomeno preoccupante, ed è per questo che già un anno fa da Varese abbiamo lanciato l’allarme; spiace dover constatare che oggi si sta puntualmente verificando quello che avevamo previsto, cioè che dietro ai fenomeni di apparente “spontaneismo” si rivela sempre più presente una matrice politica. Si tratta di un processo sociale grave ed irreversibile, e che diventerà ingovernabile, dal momento che una volta che avrà preso piede, a pari condizioni non si potrà consentirlo a taluni e negarlo a talaltri.
La preoccupazione è che dietro queste forme inizialmente spontaneistiche, ci sia una volontà di legare l’azione di controllo del territorio alle tendenze locali, per arrivare a creare (attraverso “convenzioni” di milioni di euro che la cronaca già registra, a cominciare da Milano) quel “mercato della sicurezza” che da tempo la regione lombarda insegue. In tal caso, non stupirebbe che le prossime proposte possano essere quella dell’istituzione di un’accademia delle “ronde”, e perché no, anche di un “Ministro delle ronde”.
Potrebbe essere un modo per preferire all’imparzialità delle Istituzioni quelle clientele che la politica controlla direttamente: insomma una vera e propria devolution strisciante in cui quello della costituzione delle ronde sarebbe solo un primo momento.
Non può essere un caso infatti che intanto continui a tamburo battente l’azione del Governo sulle Istituzioni attraverso i tagli che si susseguono anno dopo anno. Oggi la situazione è di una gravità mai vista prima, e si deve pensare che ci sarà un cedimento per “asfissia” da mancanza di risorse. Ecco perché l’allarme all’interno delle Istituzioni è grande e fondato.
Ad esempio mentre il personale della Polizia di Stato ancora aspetta il pagamento del “premio di produttività 2008”, in provincia si profilano altre tre novità, sempre di segno negativo:
1 – Nuovo taglio ai fondi per il lavoro straordinario, di almeno 400 ore AL MESE dal 01.05.2009 per i Reparti della Polizia di Stato della provincia. Questo vuol dire che Questura, PolStrada e Polaria Malpensa dovranno in ugual misura ridurre l’azione sul territorio ed il servizio reso ai cittadini.
2 – A dicembre scadrà il contratto a tempo determinato per 12 impiegati che dal 2007 lavorano a pieno ritmo in settori critici della Questura e dei Commissariati. Quindi bisogna pensare che da dicembre altrettanti poliziotti dovranno lasciare la strada per andare e rimpiazzarli negli Uffici.
3 – La proposta di delocalizzazione a Malpensa di un nuovo centro di espulsione per l’area milanese, capace di ospitare 300 persone. Un’iniziativa del genere oltre a sancire definitivamente la morte dell’Hub aeroportuale, impone una seria riflessione perché le ricadute in questa provincia potrebbero essere drammatiche, dal momento che con i loro uomini e le loro risorse le Forze di Polizia della provincia di Varese non potranno certo sostenere il C.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione) dell’area milanese, senza ridurre pesantemente la presenza sul territorio.
Eppure proprio l’osservazione di quel che avviene realmente in questa provincia propone esempi molto importanti, che suggerirebbero chiaramente alla politica di ritornare sui suoi passi: i sindaci che hanno saputo ergersi a difensori delle loro comunità collaborando con le Istituzioni, hanno raggiunto risultati eccellenti addirittura nel contrasto della criminalità organizzata, molto migliori quindi di quanto non abbiano saputo fare quei stessi sindaci-sceriffi cui le “ronde” saranno affidate. Per non parlare dell’alto grado di tenuta che le Forze di Polizia Nazionali hanno dimostrato anche nella recente “Notte Bianca” di Varese.
Insomma, questo è un periodo in cui la realtà non risparmia opportunità di riflessione a quei politici che si occupano di sicurezza, e sui modelli che propongono.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2009
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