Un “big jump” per salvare l’Olona
Tuffi nel fiume dei delegati di Legambiente a Gurone per mettere sotto gli occhi di tutti la situazione dell'Olona
Domenica 12 luglio anche nel fiume dei varesini, l’Olona, si è tenuto il Big Jump, ovvero il tuffo nelle acque dei bacini idrici locali. Il Big Jump è una grande campagna durante la quale, in tutta Europa, migliaia di persone si tuffano nei fiumi della loro città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità: il grande salto rappresenta la sfida alla quale i cittadini chiamano le loro istituzioni affinchè siano raggiunti gli obiettivi di qualità imposti dalla direttiva europea sulle acque. L’impegno di Legambiente nella giornata di ieri è stato per far tornare l’Olona ad essere un fiume pulito.
L’iniziativa varesina, svolta in collaborazione con la regione Lombardia, ha visto 5 canoe scendere dalla Folla di Malnate e raggiungere i Mulini di Gurone. Lì Damiano di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, Lorenzo Baio, responsabile acqua della sede regionale, Dino de Simone, presidente di Legambiente Varese e Marco Fazio, addetto stampa della sede locale, hanno fatto il “grande tuffo”, immergendosi nelle acque dell’Olona. Ad assistere oltre sessanta persone che hanno fotografato e applaudito l’evento. Molte le famiglie e i cittadini che spontaneamente hanno raggiunto le sponde dell’Olona, pur non essendo membri dell’associazione ambientalista.
L’evento ha rimesso sotto gli occhi di tutti la situazione dell’Olona. Il quadro ambientale del bacino è molto grave a causa dei ritardi accumulati e alle insufficienze delle reti di fognatura e collettori, che fanno sì che gran parte degli insediamenti lungo le sponde del fiume continuino ancora oggi a scaricare acque che non hanno subito alcun trattamento depurativo.
Dal monitoraggio effettuato dalla Regione Lombardia risulta che ben il 67% degli scarichi civili non viene depurato. Per il solo tratto di fiume in provincia di Varese, il carico inquinante dell’Olona deriva per oltre il 75% da scarichi fognari diretti, a cui andrebbero sommati quelli, ugualmente non trattati, dispersi nel vasto bacino formato dagli affluenti minori e per i quali non esiste un censimento.
Lungo le sponde dell’Olona varesino, riportano i dati di Legambiente, si aprono ben 1400 scarichi, la maggior parte acque meteoriche o sfioratori di piena, ma si contano anche 33 scarichi di collettori di acque fognarie non depurate, a cui si sommano 20 scarichi diretti di acque reflue domestiche, in gran parte non autorizzati, e 32 scarichi di acque industriali.
Dino De Simone ha dichiarato: «La nostra azione è sempre stata di denuncia degli inquinamenti e delle gravi omissioni che li hanno resi possibili e tale continuerà ad essere, ma oggi inauguriamo un nuovo corso delle politiche e dei progetti per il nostro fiume: vogliamo veder tornare i pesci, la vegetazione lungo le sponde, i lidi in cui bagnarsi . Sembra un sogno, invece è una possibilità che dipende dalla determinazione con cui ogni ente, impresa e cittadino farà la propria parte nell’ambito del Contratto dell’Olona: il 2015 è vicino e non c’è tempo da perdere se vogliamo conquistarci un posto nell’Europa dei fiumi puliti».
Qualcosa si muove, ed infatti il sistema di collettamento che interessa i comuni di Gornate Olona, Castiglione Olona, Vedano Olona, Venegono, Lozza, Malnate e Gazzada è in via di completamento, ed entro la fine del 2009 il depuratore di Gornate Olona dovrebbe ultimare tutti i collaudi ed entrare in funzione. Un passo in avanti importante a cui occorre farne seguire di ulteriori.
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