I lavoratori Husqvarna dicono si all’Accordo

Era stato siglato dopo la richiesta di mobilità, ma non da Fiom. Il 15 luglio il referendum in fabbrica. Fim Cisl «speriamo che Fiom e Failms prendano atto del risultato e tornino a lavorare unitariamente»

Si è forse chiusa con un referendum tra lavoratori la vicenda che riguarda la mobilità all’Husqvarna. Referendum che ha, alla fine, approvato l’accordo che non era stato firmato dalla Fiom.

Una questione nata dalla comunicazione di Husqvarna alla RSU e alle organizzazioni sindacali, dell’intenzione di avviare una procedura di mobilità, per far fronte al calo produttivo in corso ormai da mesi e per gestire l’esternalizzazione del reparto meccanica.
«Dopo una lunga trattativa era stata raggiunta un’ipotesi di accordo – spiega la Fim Cisl in un comunicato – che prevede l’impegno dell’azienda a continuare a produrre in Italia con la continuazione degli investimenti e l’introduzione di 4 nuovi modelli di moto entro il 2010; il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per un massimo di 50 dipendenti con l’anticipo salariale da parte dell’azienda e con meccanismi di rotazione; l’apertura della mobilità con criteri esclusivamente di volontarietà accompagnata ad incentivazioni per chi decide di lasciare l’azienda e verifiche mensili sullo stato della situazione».

Un accordo che evitava i licenziamenti e «consente di avviare un confronto permanente per la tutela reale di tutti i lavoratori nella speranza che, tra nuovi modelli lanciati e cambiamenti ge nerali dell’economia, portino nei prossimi mesi ad un cambiamento della situazione. Un accordo che purtroppo, a causa della grave situazione economica, di questi tempi è stato fatto in altre aziende in modo unitario: ultimo, quello firmato alla Whirlpool il giorno 15 luglio 2009».

Per il contratto Husqvarna però, la Fiom ha deciso di non firmare: «La maggioranza della RSU e la Fim-Cisl hanno deciso di sottoporre l’ipotesi di accordo al giudizio dei lavoratori, così come chiede sempre la Fiom in questi casi. Il referendum si è svolto il giorno 15 luglio e ha avuto il seguente esito, con 188 votanti su 235 presenti in fabbrica: hanno votato si 150 lavoratori; hanno votato no 36 lavoratori».

Un referendum validato dalle rappresentanze aziendali, secondo quello che Fim Cisl spiega. Ora: «Crediamo quindi che la Fiom debba prendere atto di tale risultato così come la Failms e, in coerenza con i principi democratici a cui sempre si richiama, ritornare al tavolo della trattativa per siglare l’accordo definitivo, e riprendere l’iniziativa sindacale unitaria, unica capace di difendere davvero i lavoratori».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Luglio 2009
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