Via Dalmazia, il giorno dopo

Cantine allagate e paura sulla faccia delle persone scampate coi canotti dei pompieri alla furia dell’Olona. “Il comune ci dia una mano, il nostro cortile invaso da fango e detriti”

Sacchi di vestiti ridotti a stracci, cortile pieno di fango, detriti ovunque, sporcizia in casa. Gli alluvionati di via Dalmazia hanno incominciato ad aprire le cantine solo oggi, giovedì, oltre 24 ore dopo l’esondazione che per poco non ha portato via le loro case (proprio quelle in cui le prime foto dell’alluvione ritraevano una vecchia R4 immersa nel fango, visibile nella foto in basso a destra).
Il fiume è letteralmente entrato nella corte
dove abita una decina di famiglie al civico 50. Salvati col gommone dai vigili del fuoco e «svegliati con l’acqua alla gola» come racconta Carlo Ferro, stivali, guanti e la moglie che lo guarda dalla ringhiera del primo piano, col pancione di quasi 9 mesi (“mancano due settimane”) e che non crede ai suoi occhi quando osserva il cortile. «Qui si è riempito in pochissimo tempo: mi sono svegliato ieri mattina alle 6, ho guardato fuori dalla finestra e non c’era nulla – racconta – poi tanta pioggia e d’un tratto un metro e mezzo d’acqua di sotto. Una cosa terribile, siamo scappati grazie all’arrivo dei pompieri». Adesso? «Adesso c’è da lavorare – spiega – , ma non sappiamo dove buttare la roba oramai piena d’acqua e inutilizzabile».
Stella Santoro sta aprendo la sua cantina al civico 50. Anche sua mamma vive nella corte, ma nella parte del caseggiato che ha un accesso al sicuro. Il marito prende in braccio la porta, che oramai non serve più a niente, e insieme cominciano a lavorare. Dentro, tantissimo fango, sporcizia e i sacchi di vecchi vestiti che riempiono il baule della macchina: tutta roba da buttare.
«Per il resto – racconta – non sappiamo come fare. Il comune, che abbiamo chiamato, dovrebbe darci una mano per lo meno spiegandoci dove gettare i detriti che ci sono finiti in giardino. Ma per il momento niente: abbiamo chiamato in comune e ci hanno detto di aspettare». In effetti la corte di via Dalmazia è piana di rifiuti che poco hanno a che vedere con gli usi “domestici” vedi newjersey stradali bianche e rossi in plastica e che l’acqua ha spedito fin quaggiù.
Ma oltre al fango e alla sporcizia, alcune case hanno subito gravi danni strutturali, come l’abitazione di Roberto Botticella: qui è caduto un muro della taverna, ed è tutto da buttare. Nella corte è un viavai di lavori: pompe, secchi, scope: ci sia aiuta come si può. «Alla fine – dicono tutti sconsolati – faremo prima a chiamare una ditta o qualche muratore che ci porti via tutto quanto».

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L’alluvione il giorno dopo 4 di 14
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Pubblicato il 16 Luglio 2009
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