Migliaia di varesini ai funerali di Andrea, Luca e Paolo
Il lutto di tre famiglie è diventato il dolore di una città intera. Commozione e compostezza alla cerimonia funebre
Il lutto di tre famiglie è diventato il dolore di una città intera e non a caso ai funerali di Luca, Andrea e Paolo c’erano il sindaco, il prefetto il questore, tutta la giunta comunale e il municipio aveva la bandiere a mezz’asta. C’era anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. A lato dell’altare c’erano il procuratore della repubblica, i carabinieri, diversi esponenti delle forze dell’ordine, ma soprattutto c’erano le persone che volevano bene ai tre ragazzi. Gli amici dell’oratorio di san Vittore, i fratelli, le sorelle, i genitori, i cugini. Le tre bare, coperte dai fiori e dalle maglie di calcio. Sul pulpito una bella foto dei tre amici che si abbracciano. Quando le salme sono uscite dalla basilica, c’è stato tanto silenzio.
La commozione e la compostezza di chi ha partecipato ai funerali si è fusa con il rispetto di tanti varesini che non sono rimasti indifferenti a quanto è accaduto: la strage dell’autostrada, che si è portata via Paolo Dal Fior, Andrea Minonzio, Luca Vilardi. A lato della basilica, dietro il gruppo dei ragazzi dell’oratorio, i due amici che sono scappati dall’auto prima che venisse travolta in quella maledetta serata di lunedì, quasi impietriti, insieme a tutti gli altri, ma con il marchio speciale di chi per fortuna ce l’ha fatta a uscire dall’abitacolo della morte.
La commozione e la compostezza di chi ha partecipato ai funerali si è fusa con il rispetto di tanti varesini che non sono rimasti indifferenti a quanto è accaduto: la strage dell’autostrada, che si è portata via Paolo Dal Fior, Andrea Minonzio, Luca Vilardi. A lato della basilica, dietro il gruppo dei ragazzi dell’oratorio, i due amici che sono scappati dall’auto prima che venisse travolta in quella maledetta serata di lunedì, quasi impietriti, insieme a tutti gli altri, ma con il marchio speciale di chi per fortuna ce l’ha fatta a uscire dall’abitacolo della morte.
La messa è stata celebrata da Monsignor Stucchi, coadiuvato da un gruppo di sacerdoti. Prima dell’omelia è stato letto il vangelo secondo Giovanni, un passaggio sulla resurrezione (6, 37-40). In chiesa non volava una mosca. Nelle panche centrali, in prima fila le famiglie Dal Fior e Vilardi, a destra dell’altare la famiglia Minonzio. A sinistra le autorità, e sempre ai lati dell’altare moltissimi giovani dell’oratorio, e via a scorrere tutti gli altri, con la piazza gremita di gente e con una rappresentanza di giornalisti del Corriere della Sera, colleghi del caporedattore Marco Dal Fior, il papà di Paolo.
Nell’omelia il sacerdote non ha fatto tanti giri di parole. La speranza sta nell’aldilà, è questo che deve credere chi vive nel vangelo – ha detto in sostanza – e questi ragazzi adesso staranno facendo il loro cammino.
Tutti lo hanno ascoltato in silenzio. Quando la messa si è conclusa, le famiglie hanno raggiunto velocemente le salme all’esterno, poi è stato tutto come sospeso e muto. Unico suono, un grande applauso che ha chiamato a raccolta i presenti poco prima che i tre carri funebri lasciassero la piazza San Vittore, e intorno tante gente commossa che si è abbracciata. E’ da lunedì notte, che si susseguono le veglie, i ricordi, gli incontri, su questa tragedia. E chi vi ha partecipato, raccontano, è come se avesse percorso un vero cammino interiore, da un lato personale, ma dall’altro vissuto insieme a una intera comunità
Oggi era davvero l’ultimo atto, per chi ha amato questi tre sfortunati ragazzi.
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