“Non bastano principi religiosi o morali”

L'onorevole della Lega Marco Reguzzoni risponde a don ernesto mandelli sulla politica del Governo sull'immigrazione. "L’errore politico fatto fino ad oggi è non aver voluto regolamentare nulla"

Caro don Ernesto,
rispondo alla Sua lettera aperta senza riferimenti religiosi poiché – come da Lei riportato in una Sua precedente “lettera aperta ai Giovani Padani” – Varese è una città e “in quanto tale è laica e non può essere connotata religiosamente e la Comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra nel proprio campo”. Sono parole sagge di quel santo Papa Giovanni XXIII di cui mi onoro di portare il nome, che sono l’applicazione pratica del principio evangelico “dai a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”.
In questo senso Lei ha diritto di intervenire richiamando i principi religiosi, ma occorre che ascolti anche le ragioni di chi ha il dovere di governare.
Infatti è proprio da esigenze di governo della Res Pubblica che nasce la necessità di regolamentare e gestire in qualche modo il flusso migratorio nei confronti del nostro Paese, cosa che viene fatta ora per determinata volontà della Lega Nord.
Infatti il fenomeno migratorio esiste e sempre esisterà, ma deve essere regolato da norme che permettano agli immigrati di integrarsi, vivere una vita dignitosa, avere realmente riconosciuti i diritti umani.
Pensare di accogliere tutti è un ottimo principio irrealizzabile. Bisogna prenderne atto, con coerenza e senza illusioni.
E’ forse coerente con la politica sociale della Chiesa quanto accaduto finora, e cioè lo sfruttamento di quei poveracci in ogni forma e modo?
E’ giusto chiudere un occhio sul reclutamento di disperati da parte della criminalità organizzata, che li sfrutta per delinquere? O chiudere entrambi gli occhi sul destino di povere ragazze costrette alla prostituzione ? O sui bambini costretti a mendicare?
L’errore politico fatto fino ad oggi è non aver voluto regolamentare nulla.
E per dirlo un liberale come il sottoscritto vuol dire proprio che in questo campo bisognava davvero riportare ordine: era una esigenza della polis ed è diventa un’azione della politica. Se non la si condivide occorre rispondere con fatti politici, non bastano purtroppo principi religiosi o morali.
Mi spiego meglio: quali sono le proposte alternative in termini politici? Cioè, quali altre leggi fare? Come contrastare la criminalità legata ai flussi migratori?
La risposta non può essere nessuna legge, perché saremmo gli unici al mondo. Negli Stati Uniti ad esempio le numerose e molto restrittive regole sull’immigrazione sono vere e proprie barriere sia a livello federale, sia a livello nazionale in ogni singolo stato.
Loro – paese multietnico dove sono grandi i problemi di integrazione – sanno bene che il primo requisito per una società in grado di accogliere sono regole chiare e precise. L’alternativa è il caos, in questo caso a danno dei più deboli.
Deboli “locali” che si vedono erodere i già piccoli spazi propri, e “deboli” gli immigrati, sfruttati e sottopagati: in questo modo si saluta per sempre ogni tipo di futura integrazione.
Chi governa ha il dovere di prendere atto della realtà: una società giusta è una società che aiuta chi può essere aiutato, e lascia il cittadino libero di operare la solidarietà che si sente in coscienza.
Non certamente una società che impone ai più deboli di farsi carico dei propri principi, anche se “sacrosanti”.
Questo è il pensiero di molti milioni di donne e uomini che la pensano come me e che non accettano le Sue parole in cui imputa a tutti coloro che la pensano così una “avversione mai celata verso alcuni gruppi di persone”.
Può darsi che tale avversione esista, ma non è certo questa alla base dei provvedimenti citati né del nostro pensiero.
Infine gli aspetti emotivi e di coscienza, che sono quelli più delicati e citati anche dall’editoriale di Marco Giovannelli.
Ma credete che molti di noi non si dispiacciano delle “tragedie del mare”? Che non pensiamo che si debba fare di tutto per evitarle? Che il nostro cuore non piange per quei disperati che perdono la vita per un miraggio inculcato da sfruttatori senza scrupoli?
E chi ha provato a tenere in braccio un bambino con la pancia gonfia per la fame, come non può non sostenere la necessità di politiche serie di cooperazione allo sviluppo ?
In questo campo la Chiesa e la solidarietà di molti di noi, tra cui tanti lombardi, ha fatto e fa grandi cose.
In queste opere personali, volontarie e tangibili si trova – a mio parere – concreta attuazione ai principi di solidarietà e di comunione che sono il vero contenuto del messaggio cristiano.
Ma essere coerenti con questi principi occorre che – come se noi andiamo in casa d’altri è giusto rispettare le loro regole – chi viene qui impari che per vivere a casa nostra bisogna rispettare il nostro modo di vivere. Ad esempio adottando i principi di tolleranza, rispetto e democrazia che sono alla base del nostro vivere civile, ad esempio nei confronti delle donne e dei bambini.
Ogni altro atteggiamento sarebbe incoerente.
Credo che il governo stia – forse per la prima volta – facendo il suo mestiere in modo giusto e noi della Lega – se abbiamo una colpa – è di aver sempre detto come stavano le cose.
Cordialmente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Agosto 2009
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