“Loris e il suo stile nella “professione” del sindacalista”

Graziano Resteghini della segreteria Fim Cisl ha ricordato durante la cerimonoia funebre di Andreotti la sua figura di sindacalista

Riceviamo e pubblichiamo

È difficile parlare di un uomo che ha sempre sfuggito la retorica e ha vissuto la sua vita pubblica con molta sobrietà, quasi obbligato.
Lascio quindi a chi ha conosciuto bene Loris la memoria delle sue qualità. Voglio invece ricordare il suo stile nella “professione” del sindacalista, caratterizzato innanzitutto dalla grande capacità di ascolto e di sintesi.
Tratti molto rari oggi, e non solo nel sindacato, che gli hanno dato autorevolezza tra i colleghi e con i lavoratori, che sono stati sempre il suo grande riferimento. Ha saputo operare con moderazione senza mai sottrarsi al confronto, con grande serietà e passione, comunicando senza molti giri di parole quale era il suo pensiero.
Grande passione, forte idealità, senza farsi troppe illusioni. Un’immagine che lo raffigura può essere quella di un lottatore che nonostante le ripetute cadute a terra, si rialza sempre oltre ogni possibilità, e riprende con la stessa intensità la sua lotta. La sua attenzione verso le persone che hanno collaborato con lui è sempre stata grande, come la sua competenza costruita ore e ore alla scrivania, con attenzione e dedizione. Grande cuore ma non abbastanza forte per il bene che ha saputo fare.
Mi consola una cosa: so che era soddisfatto di cosa faceva, e ha fatto cose che hanno stupito chi non lo conosceva bene. Ed è forse l’unica cosa che deve al sindacato a cui ha dedicato la sua vita e di questo gli siamo molto riconoscenti. Ho trovato delle parole molto belle, scritte per i giovani da don Stefano Guarinelli, un sacerdote della nostra Diocesi: « Le persone che amiamo non muoiono mai del tutto.
Questa non è retorica. È la realtà: perché quelle persone realmente sono custodite dentro di noi e dentro tutti coloro che, come noi, le hanno amate. Noi, in qualche misura – piccola o grande che sia – siamo comunque “un po’ di loro”. Io credo che questa capacità che noi, gli esseri umani, abbiamo nei confronti di coloro che amiamo sia un grande segno di speranza: che la vita non è fatta per dissolversi nel nulla. Un segno che la persona umana non è fatta per morire, ma per amare. E che solo nell’amore è realmente feconda e più forte della morte. »

Graziano Resteghini
Segreteria FIM CISL Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Agosto 2009
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