Un giardino romano al Liceo Classico Cairoli
L'"Hortus conclusus" è stato presentato dalla preside Tam Baj davanti ad un parterre d'eccezione. Sarà un luogo di studio, riflessione e incontro
Educare al bello attraverso un luogo di bellezza e riflessione. Questo lo spirito con cui è stato avviato e portato a compimento il progetto dell’”Hortus conclusus” dal liceo classico Cairoli: un giardino romano che sarà luogo di conversazione, incontro e studio, corredato dalla ricostruzione minuziosa di un ambiente dal sapore di altri tempi, quando nell’età classica questo tipo di luoghi faceva da contorno all’incontro e alla conversazione di grandi filosofi e poeti. Tutto racchiuso all’interno degli spazi dell’istituto varesino. Un luogo di piacevole soggiorno, o per dirlo con le parole del professor Silvo Raffo, di otium (ozio per i profani) condito dalla riflessione.
A presentarlo questa mattina, sabato 10 ottobre, è stata la preside Daniela Tam Baj davanti a un parterre d’eccezione, i vertici istituzionali al completo hanno infatti presenziato alla giornata di inaugurazione: dal Prefetto Vaccari al Questore Cardona, ai comandanti di carabinieri e guardia di finanza, il provveditore Merletti, l’assessore comunale Tomassini, quello provinciale Bottini e i rappresentanti delle scuole varesine. Impedimenti improvvisi hanno determinato l’assenza dei ministri Mariastella Gelmini e Roberto Maroni, che comunque non hanno mancato di esprimere la loro soddisfazione per la realizzazione del progetto.
Un progetto voluto dai rappresentanti del liceo e reso possibile dal lascito economico dei professori Giuseppe e Giuliana Scandol, docenti di latino e greco del Cairoli e parte dell’illustre storia del liceo varesino. Il tutto curato dall’ingegner Carlo Giani e dall’intermediazione dell’avvocato Premoli, con l’attiva partecipazione del comune e della Provincia di Varese. Un grazie particolare la preside Tam Baj ha voluto quindi indirizzarlo agli Scandol, ai quali oltretutto è stato dedicato il progetto, aggiungendo però un particolare di non secondaria importanza, «il giardino romano – ha ricordato Tam Baj – è stato un grande risultato raggiunto con la collaborazione degli enti territoriali e il lascito economico dei due grandi professori, non sarebbe stato altrimenti con i soli fondi destinati alla scuola pubblica, oramai sempre più scarsi. È sbagliato pensare che un preside sia bravo perché capace di intercettare investimenti privati, certo anche questo è importante, ma è più importante che le scuole possano godere di maggiori risorse interne. Solo così sarà possibile valorizzare l’immenso patrimonio intellettuale dei nostri studenti».
L’idea del giardino è nata da l’input del Comune di Varese che ha lanciato un progetto teso all’abbellimento degli spazi verdi delle scuole varesine. Una sfida che è stata subito raccolta dalla preside Tam Baj, e che grazie all’ausilio delle ricerche degli stessi studenti e docenti dell’istituto, coordinati dalla professoressa Paola Viotto, ha saputo coniugare le finalità del progetto e le espressioni del milieu del liceo classico. Ne è nato un vero e proprio momento culturale e didattico che ha dato vita a una perfetta ricostruzione di un giardino romano, per il quale è stato necessario l’impiego di essenze tipiche, come un grosso platano centrale circondato da una seduta rotonda in pietra. E poi aiuole simmetriche e regolari con contorno di Buxus sempervirens. E tra le aiuole, disposti a distanza regolare, esemplari di Laurus nobilis, l’alloro, delle cui fronde si ornavano gli imperatori e gli atleti.
Ora questo spazio servirà ad assolvere molte funzioni: luogo di conversazione, incontro e studio. Spazio dove organizzare serate culturali con letture dei classici o rappresentazioni teatrali e musicali.
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