L’assessore Tomassini: “Il mio piano era quello giusto”

La responsabile dei servizi educativi spiega perchè era contro a chiusura di san Fermo: "Bisognava insistere con la chiusura delle quattro scuole indicate nella prima relazione tecnica"

L'assessore Tomassini difende il piano scuoleL’assessore ai servizi educativi, Patrizia Tomassini, interviene sulla vicenda scuole per chiarire che il suo piano originario (quello che tagliava le scuole elementari a Rasa, Valle Olona, Bosto e Biumo) era il più appropriato.  «Sostengo che, pur doloroso che fosse, il primo piano di accorpamenti delle scuole, fatto con la collaborazione dei tecnici, era quello più oggettivo. Certo era doloroso, ma oggettivo, perché teneva conto di un numero esiguo di iscritti a quelle scuole. Si può obiettare che non desse la giusta rilevanza alle castellanze e alla vita dei rioni. Però siamo a Varese, che non è una città enorme come Torino o Milano. E infatti, se andiamo a vedere quanto distano la De Amicis di Valle Olona e la IV Novembre di San Fermo, ci rendiamo conto che sono davvero vicine».

L’assessore ha un po’ subìto la seconda decisione che stravolgeva il suo piano originario e Patrizia Tomassini rivela che dopo il summit, da cui scaturì l’accordo di maggioranza per la chiusura della scuola IV di San Fermo, non ha dormito la notte: « Sì, perché nella  relazione tecnica avevamo evidenziato che le uniche scuole che rispondono perfettamente alle esigenze del territorio sono proprio la IV Novembre e la don Rimoldi di San Fermo Dalle analisi emerge quello, e infatti io non ho mai appoggiato la decisione su quella scuola, ma io sono una persona mentre la maggioranza è fatta di tanti».

 
Tuttavia, l’assessore ritiene che i consiglieri comunali avessero avuto tutti gli strumenti per conoscere la materia: «Se ne era parlato in giunta, dove avevo esposto la relazione tecnica, poi l’ho portato in commissione, inoltre sono state fatte riunioni con i consiglieri comunali. Se poi erano presenti in pochi è un altro discorso, io non posso obbligare nessuno, ma erano stati convocati dai capigruppo di maggioranza, e poi c’era stata la riunione con il segretario cittadino, prima del Pdl, e poi con tutta la maggioranza. Quando io ho esposto la relazione, ad esempio, in commissione, tutti i consiglieri avevano in mano la relazione, dove erano state esposte chiaramente le motivazioni della prima decisione; da lì si capiva chiaramente  perché, pur con fatica, eravamo arrivati al punto di chiudere certe scuole e non altre, e loro avevano tutta la documentazione. Non do la colpa a nessuno, non voglio dire questo, ma del piano iniziale tutti erano informati, sulla seconda decisione della maggioranza, ripeto, io non ero molto d’accordo, perché andava a smembrare la scuola di San Fermo che funziona molto bene».  

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Pubblicato il 16 Ottobre 2009
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