L’esercito dei pendolari

La radiografia degli oltre 200 mila lavoratori di aziende private localizzate in provincia di Varese. Da dove partono e dove vanno in uno studio realizzato dalla Camera di Commercio

Oltre un terzo dei dipendenti varesini, fra quelli che lavorano nella nostra provincia, svolge la propria attività in un’area diversa da quella di residenza: questi sono i primi dati che emergono da uno studio sui flussi di pendolarismo all’interno del nostro territorio.

Le cifre – diffuse dalla Camera di Commercio varesina sul proprio sito internet attraverso i moduli di SMAIL (Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro) – si riferiscono ai circa 209.000 lavoratori dipendenti del settore privato attivi nel 2008 in imprese localizzate in provincia di Varese.

Fra questi, 160.000 risiedono nella stessa provincia di Varese, mentre quasi 50mila persone – senza contare i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici – provengono da aree esterne. In particolare, 22mila risiedono in provincia di Milano, quasi 6.500 nel Comasco, circa 4.500 nel Novarese, 5mila in altre province lombarde e 1.500 in aree piemontesi. Circa 10.000 sono poi i lavoratori impiegati nell’area varesina che risultano residenti in altre province d’Italia, una parte dei quali senza dubbio dimora almeno temporaneamente nel Varesotto. Un centinaio infine i lavoratori con residenza estera.

Quanto all’analisi dei movimenti dei 160mila residenti che lavorano in imprese collocate sul territorio provinciale, una notevole “forza di attrazione” è espressa dalla città di Varese e dal suo hinterland, verso cui si dirigono 16.200 residenti in altre aree a fronte di 11.200 persone in uscita. Altre aree con saldo positivo sono Gallarate (+3.100), Tradate (+1.100) e Saronno (+300). I saldi negativi più rilevanti si riferiscono invece a Laveno Mombello (-2.800) e Sesto Calende (-3.400), i cui residenti gravitano soprattutto su Varese.

In particolare, solo il 63% di coloro che lavorano nell’area del capoluogo vi risiede. I flussi in ingresso più rilevanti (escludendo i non residenti) provengono dalle aree di Gallarate (9% del totale) e di Laveno Mombello (7%). L’area con la più elevata quota di persone che lavorano e al tempo stesso vi risiedono è quella di Luino (circa tre quarti del totale).
L’area di Saronno presenta un valore molto alto di "importazioni" di lavoratori: la maggioranza dei lavoratori qui impiegati proviene da fuori provincia; ciò si spiega ovviamente con la sua particolare posizione in prossimità sia della provincia di Milano sia di quella di Como.
Dopo quella di Saronno, l’area che “importa” la maggior quota di lavoratori esterni è quella di Busto Arsizio (28% del totale); questi provengono per la maggior parte dai vicini comuni della provincia di Milano.

La banca dati consente inoltre di isolare i flussi di pendolarismo relativi a specifici settori di attività o a specifiche “categorie” di persone, quali i giovani o le donne. Emerge che per conciliare lavoro e famiglia le lavoratrici varesine tendono a lavorare più vicino a casa, spostandosi meno dei loro colleghi maschi. Questo è vero anche per i giovani, che sembrano prediligere ancora più delle donne un lavoro nella stessa area di residenza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Ottobre 2009
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