Marantelli: “Su Pedemontana, Pdl e Lega subalterni ai poteri forti”

L'allarme del deputato Pd: dietro all'istituzione del pedaggio sulle tangenziali, c'è una lobby dei concessionari autostradali contrari al progetto e Pdl e Lega sarebbero subalterni a quelle pressioni

Dietro al rischio che le tangenziali di Varese e Como siano a pedaggio ci sono i poteri forti, a cui la politica non ha risposto come doveva.

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Daniele Marantelli, deputato del  Pd, ha una sua interpretazione della vicenda Pedeomtana, che scomoda le grandi lobby e mette all’angolo Lega e Pdl, ovvero il Governo, «che non sta proteggendo le nostre comunità» da un attacco strategico.

La vicenda, ad ascoltare il parlamentare democratico, ha le tinte del giallo e una serie di risvolti segreti che spuntano fuori mano mano che il racconto prosegue. Il deputato ha preparato un riassunto delle puntate precedenti e una soluzione del giallo, che vedremo solo alla fine.

«I soldi pubblici per la Pedemontana – racconta Marantelli – furono decisi con la legge finanziaria del 2006, fatta dal governo di centrosinistra di Romano Prodi; fu il più grande investimento in Lombardia degli ultimi venti anni, nel luglio 2007 approvammo alla camera la nascita della società concessionaria lombarda, la Cal, i cui soci sono Regione e Anas, e si tratta ancora oggi della prima grande riforma concreta di federalismo infrastrutturale. Io fui relatore del provvedimento di convenzione tra Governo e Regione , per cui sfidai anche le riserve della sinistra radicale portando a casa un risultato importante. Quando cambiò il governo, dai banchi dell’opposizione chiesi conto dei soldi che la nostra finanziaria aveva deciso di stanziare, per i secondi lotti della pedemontana, ovvero per le tangenziali di Varese e Como. L’assessore Cattaneo – continua Marantelli – disse che sarebbero stati inseriti dal nuovo governo Berlusconi nella legge obiettivo, Formigoni affermò che sarebbero entrati nel pacchetto Expo, la “busta numero tre” invece prevedeva che sarebbero usciti dal Dpef del 2008 e fui io a denunciare il fatto che non c’erano da nessuna parte».

Il lungo riassunto di Marantelli arriva al dunque: «Adesso, tutti sappiamo che il Cipe del 6 novembre, stanzierà 1,3 miliardi, mentre 3,3 miliardi li metteranno le banche, che ovviamente non vogliono perderci e avrebbero chiesto il pedaggio sulle tangenziali. Ebbene, i partiti che sono al governo, il Pdl e la Lega, secondo il mio parere non hanno fatto abbastanza per evitare il ritorno del pedaggio, sono stati subalterni ai poteri forti che stanno dietro questa vicenda e non stanno proteggendo le comunità di Varese e Como, che avrebbero così un pedaggio per quattro chilometri di strada che ha il sapore di una beffa».
Poteri forti? Ma non era solo una questione solo di business? Insomma, secondo Marantelli c’è anche dell’altro: «La Pedemontana è un’autostrada che dà fastidio, perché toglie profitti ad altre autostrade – attacca Marantelli – guardate che il Governo assicurò al gruppo Benetton una concessione trentennale sulle autostrade in cambio di un appoggio su Alitalia, ecco di che cosa sto parlando. La Pedemontana toglierà entrate cash, enormi, ad altri caselli. Non solo, è in corso un attacco, molto forte, contro le concessionarie regionali di Lombardia e Veneto, lo conduce Aiscat, cioè l’associazione delle concessionarie nazionali». 

(Qui va fatta una postilla, Aiscat ha presentato un ricorso in sede europea, alla luce del sole, per un conflitto di interessi nella concessione veneta. Marantelli è un invece difensore delle concessionarie regionali e in questo contronto tra legittimi interessi, privilegia quelli della Cal rispetto a quelli della Aiscat).

«Il pedaggio – continua tuttavia l’onorevole – è stato reintrodotto, l’altro giorno, dopo che il Pdl ha fatto decadere il cda di Pedemontana, e tra i consiglieri che si sono dimessi per effettuare quella operazioni di cambio di poltrone, uno rappresenta la Banca IntesaSanpaolo. Guarda caso, la prima decisione del nuovo cda è quella di rimettere i pedaggi, i poteri forti in questo caso direi che hanno contato molto».

L’intrigo, sempre tra virgolette ovviamente,  è servito, questa è l’articolata ricostruzione di Marantelli, che annuncia le sue mosse. Una interpellanza al ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, in cui chiede di verificare se l’organo di vigilanza presso Anas e Ministero ritenga coerente con la concessione l’aumento delle tariffe, e quali iniziative intenda assumere il ministro per rispettare gli impegni presi con le comunità di Varese e Como.

Secondo Marantelli, l’affossamento di Pedemontana è segnato anche un conflitto di interessi: servirebbe infatti una Authority indipendente che valutasse l’interesse dei consumatori, e si chiedesse se ha senso tassare i cittadini per 4 chilometri di tangenziale. Ma oggi, chi deve vigilare è Anas, il quale è anche socio di Cal e dunque coinvolto come attore diretto. «Questo non vuol dire però dare ragione ad Aiscat e affossare la concessionaria regionale – puntualizza il parlamentare – ma semplicemente chiedere una riforma più coerente che in passato io avevo già auspicato».

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Pubblicato il 31 Ottobre 2009
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