Imprenditore impianta crocefisso gigante fuori dall’azienda
Sei metri per tre, illuminato di notte, con undici cartelli che riproducono frasi a effetto sulla difesa della religione. Giorgio Feraboli ha sferrato la sua crociata contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo
«Giù le mani dal crocefisso». Giorgio Feraboli, 74 anni, imprenditore di Gavirate, non ha proprio mandato giù la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per l’esposizione del simbolo cristiano nelle aule scolastiche. E così, per protestare contro il provvedimento, ha pensato bene di impiantare un bel crocefisso di sei metri di altezza per tre metri di larghezza, illuminato di notte, sul terreno davanti al suo capannone, in modo che sia ben visibile a chiunque passi nelle vicinanze. E, non contento, ha fatto stampare quindici cartelli con frasi provocatorie, undici dei quali sistemati su dei pali accanto al crocefisso.
«C’è solo da incazzarsi per quella sentenza – dice Feraboli –. La cultura italiana è cristiana e quindi va rispettata, come vanno rispettate le altre. Voglio che la gente veda il crocefisso e si interroghi sulla questione. Da parte mia sarei pronto a fare la guerra da buon cristiano. D’altronde le guerre si fanno per la religione, le donne e a volte anche per l’economia. Comunque, se non basta promuoverò un referendum».
«C’è solo da incazzarsi per quella sentenza – dice Feraboli –. La cultura italiana è cristiana e quindi va rispettata, come vanno rispettate le altre. Voglio che la gente veda il crocefisso e si interroghi sulla questione. Da parte mia sarei pronto a fare la guerra da buon cristiano. D’altronde le guerre si fanno per la religione, le donne e a volte anche per l’economia. Comunque, se non basta promuoverò un referendum».
Prima di passare all’azione, ha radunato tutti i suoi dipendenti ai quali ha chiesto se fossero d’accordo con il messaggio e l’iniziativa. «Ho lasciato esposti i cartelli in azienda, in modo che i miei lavoratori potessero intervenire sulla questione – continua l’imprenditore –. Qualcuno mi ha fatto persino i complimenti, tra questi alcuni rumeni che sono cristiano ortodossi». Feraboli è convinto che in azienda non ci siano dissidenti, ma non se la sente di giurarlo sulla croce.
Comunque sia, è deciso a non mollare, continuerà la sua «crociata» ad ogni costo. Per il momento 1200 euro, tanto ha speso per crocefisso gigante e cartelli.
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