L’horror tour alla villetta, “Ma qui la gente ha paura per davvero”

Pietro Scamarcia, titolare del forno di fronte alla casa di Carla Molinari, racconta cosa è cambiato in paese ad una settimana dall’omicidio

omicidio cocquio trevisago carla molinari La macchina arriva, rallenta, l’autista guarda a destra, poi schiaccia sull’acceleratore e se ne va. La stessa scena si ripete, in una mezzora, decine di volte, con la variante di qualcuno che di tanto in tanto scuote la testa prima di ripartire. Via Dante Alighieri a Cocquio non è mai stata così battuta dalle auto: è piuttosto trafficata di giorno, e di sera qualche auto addirittura si ferma per via del fatto che c’è meno traffico. La casa dove hanno ucciso, oltraggiato e quasi decapitato l’ottantaduenne Carla Molinari è a volte oggetto di giri “turistici”.
Veri e propri “horror tour” di persone che vengono qui apposta per vedere ciò che è accaduto. «La curiosità è tanta, qui in paese non si parla d’altro».
Lo dice forse l’unica persona che davvero ha il polso della situazione di ciò che accade a Sant’Andrea, il quartiere di Cocquio dove è avvenuto l’omicidio. Quest’uomo è Pietro Scamarcia, fornaio, pelato, un tipo tosto di origini pugliesi che di notte fa il pane, e di giorno lo porta alla panetteria “Pan di zucchero”, proprio fuori dall’ospedale di Cittiglio.
Il suo forno è proprio davanti la casa di Carla Molinari. Fin dalla prima notte ha sfamato i cronisti assiepati per vedere cos’era successo con pane al sesamo ancora caldo. Ora senza problemi parla di “processione” di auto che passano qui davanti. «Vengono a fare "il giro" – racconta – : frenano, guardano e vanno. È normale. Abbiamo avuto qui tutte le televisioni d’Italia. Lunedì c’era "Chi l’ha visto?" e la notizia è stata ed è sulle prime pagine di tutti i giornali».
Ad una settimana dall’omicidio di Carla Molinari, a cui sono state tagliate e portate via le mani, è cambiato qualcosa?
«Si che è cambiato qualcosa, eccome – dice Scamarcia – . A parte il fatto che è pieno di polizia e carabinieri, che vanno e vengono a tutte le ore, la gente ha paura. Di sera non si vede in giro nessuno. Pensi che la spazzatura viene messa fuori alle 3 del pomeriggio, col chiaro. Le anziane si fanno accompagnare da chi è più giovane. Certo, finchè non si saprà chi è stato a uccidere, qui a Cocquio non saremo tranquilli».

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Cocquio a una settimana dall’assassinio 4 di 12
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Novembre 2009
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