Nasce la strada dei sapori delle Valli Varesine

Venerdì a Laveno sarà varato il nuovo soggetto che permetterà al settore agroalimentare e turistico di fare rete, sulla scia delle altre esperienze simili già attive in Regione. Non senza qualche punto di domanda

prodotti tipici varesiniVedrà la luce a Laveno domani pomeriggio, venerdì 11, la "Strada dei sapori delle Valli Varesine", la dodicesima "strada" della Lombardia che era stata preannunciata lo scorso luglio in occasione dell’inaugurazione del Mipam di Laveno.
A varare l’iniziativa, con un giorno di anticipo, è stato l’assessore Luca Ferrazzi, intervenuto nella sede varesina del Pirellone per sottolinere l’impegno della Regione Lombardia, che della federazione strade dei sapori è il minimo comune denominatore.
«Mi fa molto piacere registrare la nascita di questo nuovo soggetto – ha spiegato Ferrazzi – perché l’assemblea di domani darà vita a una grande opportunità che il territorio è pronto a cogliere. In Lombardia ci sono già diverse esperienze simili che stanno dando frutto e mi auguro che ai soggetti pubblici e privati che già hanno aderito (14 comuni, le due comunità montane e una ventina di privati comprese le associazioni di categoria e i consorzi di tutela ndr) se ne aggiungeranno presto molti altri».

DI COSA SI TRATTA – Nate come "Strade dei vini", queste iniziative permesse dal 2000 con una legge apposita (la 628/2000) in Lombardia hanno da subito aggiunto al termine originario quello legato ai sapori. Alcune di esse (Franciacorta, Mantovano…) sono attive da anni e si sono federate a partire dal 2002: per questo a Varese era presente anche il presidente della federazione, Gianni Boselli. Le "Strade" non sono necessariamente percorsi lineari ma piuttosto la riunione di una zona geografica delimititata nella quale ci sono realtà agroalimentari che possono essere "messe in rete" e avere così una visibilità maggiore rispetto a quanto potrebbero fare da sole. L’appoggio della "Strada" a enti e aziende va dalla posa di cartelli indicatori al rilascio di vetrofanie per gli associati (che in cambio garantiscono la qualità della propria offerta secondo appositi disciplinari) fino alla possibilità di pubblicizzare attraverso fiere, mostre o tour operator anche internazionali le attività di ciascun gruppo. Inoltre, grazie alle "Strade" si può accedere a finanziamenti pubblici e c’è la concreta possibilità di far conoscere i propri prodotti anche con le altre realtà "sorelle" della regione.

strada dei saporiCHI NE FA PARTE – I promotori dell’iniziativa si augurano che tutti i comuni inseriti nelle comunità montane delle Valli Varesine e del Piambello con il passare del tempo aderiscano alla "Strada". Finora sono 14 i municipi che hanno ratificato il loro ingresso accanto a Regione, alle due comunità montane (rappresentate oggi dai rispettivi assessori all’agricoltura, Ronzani e Sartorio) e a una serie di soggetti privati. Alle associazioni di categoria (le tre sigle dell’agricoltura e gli industriali dell’agroalimentare erano presenti in sala) si aggiungono i consorzi locali come quelli della Formaggella del Luinese, del Salame Prealpino e del Miele Varesino. Con la creazione delle prime iniziative però, l’auspicio è quello che agricoltori, albergatori, ristoratori diano il proprio appoggio e vengano coinvolti nelle iniziative legate alla "Strada".

I DUBBI – Se son rose, fioriranno, e ce lo auguriamo per il bene del settore e del rilancio turistico del nord del Varesotto, zona tra l’altro colpita duramente dalla crisi industriale. La presentazione della "Strada dei sapori" però lascia più di un dubbio. Innanzitutto, nella auspicata rete di rapporti tra pubblico e privato manca la Provincia, l’ente cioé che in questi anni più si è speso su queste tematiche. Inoltre quello che viene firmato domani è l’ennesimo "ente" formato con finalità simili: in un territorio con poche risorse come il nostro vien da dire che sono più numerosi i consorzi che i contadini. Un’altra cosa che non può passare inosservata è il fatto che, potendo aderire i comuni che compongono le due Comunità Montane, vengono di fatto tagliati fuori sia il capoluogo sia alcuni paesi fondamentali nella geografia agroalimentare provinciale: da Angera (grappa e vino) a Travedona (pesche) a Golasecca (vino), l’elenco degli esclusi è ricco. Infine, un consiglio direttivo con nove seggi rischia di "elefantizzare" fin da subito un’associazione che per adesso è un contenitore tutto da riempire. Ma speriamo di sbagliarci.

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Pubblicato il 10 Dicembre 2009
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