“Andiamo a Gaza per costruire la pace”

Oggi 27 dicembre, ad un anno dall’inizio dell’operazione israeliana “Piombo fuso” contro la Striscia di Gaza, mi recherò a Gaza tutt’ora sottoposta all’embargo internazionale. Non è facile dimenticare gli oltre 1.500 morti, più di 5.000 feriti, la distruzione di case, scuole, ospedali e luoghi di culto: questo il bilancio di “Piombo fuso”, una feroce aggressione contro un popolo martoriato ed un territorio fra i più poveri della terra, dove il 70% della popolazione è composto da profughi delle invasioni israeliane di altre parti della Palestina. Per questo anch’io, come più di 1.500 volontari di tutto il mondo (80 italiani di cui 12 di Varese appartenenti al Comitato per la Palestina di Varese referente il medico Filippo Bianchetti), ho risposto all’appello dell’associazione statunitense Code Pink, tutti insieme daremo vita alla più grande manifestazione di solidarietà internazionale della storia recente nei territori palestinesi, entrando (28 gennaio) nella Striscia di Gaza dal confine egiziano del Valico di Rafah.
Il 31 dicembre da Gaza City parte la marcia con destinazione la porta di Eretz del Valico israeliano nella speranza di porre fine all’assedio e al l’embargo degli aiuti umanitari comprendenti beni e persone, che soffoca da anni la Striscia di Gaza.
In questa mia breve permanenza nella Striscia visiterò l’associazione italiana GVC presente nel campo profughi di Al Bureij, che ha realizzato un impianto di desalinizzazione che porta acqua potabile direttamente ai rubinetti delle ‘case’ (o quello che ne è rimasto) di 22 mila palestinesi.
Sto prendendo inoltre contatti per incontrare esponenti politici di Hamas per presentare e cercare di condividere i punti dell’accordo da me stilato, che ha il fine di portare i due stati a un processo di pace costruttivo e duraturo. Ogni singolo punto dell’accordo è emendabile; lo si può integrare presentando nuovi punti e nuovi allegati che aiutino a migliorare e a sviscerare ulteriormente tutte le problematiche ad esso attinenti.

Può sembrare un’utopia, una chimera? Sì, forse sogno troppo ma solo se hai dei sogni puoi realizzarli :-)