Stazioni unificate, tutto fermo: “Troppo cemento nel progetto”
Ma i costruttori spronano la politica: "andiamo avanti, ci vuole coraggio"
Un anno di riflessione o un anno di stop? Il più importante progetto urbanistico della città è a un bivio. Il primo plan è pronto, l’investitore immobiliare che guiderebbe la cordata dei costruttori c’è. I volumi da costruire sono stati già immaginati. Ma chi se la prende la responsabilità?
L’accordo di programma per modificare il quartiere delle stazioni e unificare i due scali ferroviari è da quasi un anno fermo allo stesso punto. L’azienda della regione Lombardia, Infrastrutture Lombarde, ha redatto un masterplan che propone due soluzioni: o tre grattacieli, o una serie di costruzioni diffuse. Ma c’è anche altro: spazio per uffici pubblici e poi residenziale, privato, commerciale.
Il progetto avrebbe bisogno di entrare nel vivo, ma nel frattempo il comune ha avviato il percorso per il nuovo piano di governo del territorio. Gli ambientalisti chiedono che il quartiere delle stazioni unificate entri nel prg e non sia deciso tutto, solo, da un accordo di programma esterno. E Fabio Binelli condivide: «Pianificare la città senza le stazioni è rischioso – osserva l’assessore all’urbanistica – vuole che dire che i progettisti del Pgt si dovrebbero limitare ad acquisire passivamente quello che sarà deciso nell’accordo di programma, noi vorremmo invece creare un’omogeneità tra i due progetti, per questo non stiamo spingendo sul progetto stazioni».
Pare che alcune differenze di opinione tra i progettisti siano arrivate sul tavolo di Binelli. Infrastrutture Lombarde aveva immaginato ad esempio 122mila metri quadri di terreno impegnato da una città verticale, oppure il doppio con una soluzione diffusa. La parte dedicata a edifici pubblici è consistente e tra gli investitori privati serpeggia il rischio che ci si trovi a gestire un forte invenduto. Altro problema sono i costi. Non è un mistero che un’immobiliare olandese abbia manifestato interesse fin dall’anno scorso ma il progetto di stazioni unificate redatto dal Masterplan sarebbe eccessivamente oneroso.
Oltre ai problemi tecnici, c’è il solito dilemma politico. L’accordo di programma è gestito da una regia regionale che fa capo all’area ciellina del Pdl, così come regionale è la società che ha redatto il masteplan, Infrastrutture Lombarde, che ha chiesto di continuare a progettare. Il comune, però, non li ha più chiamati. Non è escluso che la giunta a guida leghista voglia evitare di rimanere con il cerino in mano. Per essere più chiari:
Eppure il sindaco Attilio Fontana è fiducioso: «Ci sono state delle lungaggini – dice – ma il progetto deve andare avanti, per rilanciare la città e lo sviluppo».
I costruttori varesini vogliono una svolta: «Sono trent’anni che a Varese non si costruisce più un palazzo – spiega il direttore dell’Ance Giampietro Ghiringhelli – questo è il progetto che potrebbe dare la svolta al mercato, ma ci vuole più coraggio da parte della politica, l’importante è che si facciano dei bei progetti e dei bei palazzi». L’assessore Binelli lancia il sasso. «A mio parere il dimensionamento attuale è eccessivo, le ipotesi in campo rimangono, non mi spaventa l’idea dei grattacieli, ma devono esser di grande qualità, e 30 piani mi sembrano troppi, anche se preferisco un grattacielo bello piuttosto che avere tutto il territorio occupato da case».
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