Decine di rose rosse per ricordare i martiri dlele foibe
Le hanno deposte a Varese in Corso Matteotti, via Istria, via Dalmazia, via Gorizia, via Fiume e via Zara i militanti di CasaPound Varese
Decine di rose rosse per ricordare i Martiri delle Foibe. Le hanno deposte a Varese in Corso Matteotti, via Istria, via Dalmazia, via Gorizia, via Fiume e via Zara i militanti di CasaPound Varese, muovendosi in gruppo, composto e silenzioso, accompagnati dalle bandiere d’ Italia, Istria, Fiume e Dalmazia: l’ aquila, la capra e i tre leoni, tutte per una volta idealmente insieme sotto l’ egida di un tricolore listato a lutto. «Dopo il presidio regionale di sabato scorso a Milano, che ha visto coinvolte centinaia di persone, oggi abbiamo voluto omaggiare in maniera sobria e silenziosa le vittime delle tragedie che hanno avuto come teatro le regioni del confine orientale – sostiene Gabriele Bardelli, responsabile provinciale dell’ associazione -. Abbiamo scelto altresì di restare al di fuori del solito dibattito mediatico che vede una contrapposizione ideologica tra coloro che vogliono ricordare e coloro che preferiscono negare o, peggio, giustificare. Abbiamo deposto una rosa per ribadire la nostra vicinanza a quei connazionali che, in due differenti momenti storici, hanno subito orribili soprusi nel nome e per conto dell’ antifascismo, lo stesso che venne elevato a pietra fondante della nostra Costituzione. Come da miglior tradizione l’antifascismo di allora, al pari di quello odierno, si nutriva di un odio cieco ed irrazionale. Prova ne furono le violenze perpetrate nei confronti di coloro che fascisti non erano, o dei famigliari dei fascisti stessi. Violenze orribili che colpirono indiscriminatamente chiunque, da coloro che osavano opporsi ad un progetto comunista, a coloro che semplicemente avevano la disgrazia di essere italiani. I complici di allora, sono gli stessi di oggi, chi oggi nega o giustifica, e che non merita nemmeno risposta, ma semplicemente l’ oblio politico. CasaPound è una forza fresca, ma con una lunga memoria – conclude Bardelli – per questo il nostro omaggio sincero e commosso va a tutti quegli italiani che vennero buttati in cavità carsiche, ma anche a coloro che furono annegati e gettati in mare, o vennero deportati in campi di concentramento, ai morti affogati della "Lina Campanella" nave cisterna carica di prigionieri italiani spinta volutamente in un tratto di mare minato, a Norma Cossetto e le ragazze che, come lei, vennero torturate, stuprate ed uccise dai partigiani titini (italiani e slavi), ma anche agli esuli cacciati brutalmente dalle proprie case, costretti ad abbandonare la propria terra. E’ per noi doveroso essere presenti, per ribadire a tutti che la verità non può essere infoibata».
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