“Senza futuro è difficile affermare le regole”
Gherardo Colombo, il magistrato che ha scovato le liste della P2, il pubblico ministero del pool di Mani Pulite, l'attuale vicepresidente della Garzanti, ha dialogato con oltre mille ragazzi del liceo Manzoni e Sacro Monte al Cinema Vela
Gherardo Colombo con gli studenti ci sa fare. Il magistrato che ha scovato le liste della P2, il pubblico ministero del pool di Mani Pulite, l’attuale vicepresidente della Garzanti, dialoga con facilità. Non è una cosa semplice parlare di regole e legalità davanti a mille studenti, mantenendo alta la loro attenzione. I ragazzi dei licei Manzoni (linguistico e psicopedagogico) e Sacro Monte (scientifico) lo ascoltano e dialogano con lui, senza quella deferenza che viene un po’ naturale, quando davanti si ha un magistrato che è ha vissuto da protagonista passaggi importanti della storia di questo Paese. Una lezione, quella sulle regole e il loro rispetto, che è viva attualità, alla luce dell’ultimo arresto per concussione di un consigliere comunale milanese, preso la sera prima con la mazzetta in tasca.
Colombo scherza, cincischia con il microfono, si preoccupa di quelli che stanno sul «loggione» (la galleria del Cinema Vela). Invita sul palco gli studenti perché li vuole intervistare. In tredici accettano l’invito, ragazze e ragazzi pronti a confrontarsi. Ne nasce un dibattito serrato, interessante, che scatena la platea.
Gli studenti sono preparati. Citano Hobbes e l’esegesi biblica, il Papa e il razionalismo. Parlano di giustizia e diritto, avendo ben presente che si tratta di aspetti che stanno su due piani differenti e che troppo spesso vengono confusi. Discutono dei divieti e di come li vivono, a scuola e in famiglia. Le loro contraddizioni sono il vero sale della discussione. Colombo risponde con Don Lorenzo Milani e Giordano Bruno.
«C’è il problema di immaginarsi il futuro – dice Colombo – e quindi i ragazzi non progettano la loro vita. Se si vedono pochi sbocchi e manca la fiducia ci si chiude nel proprio presente e questo influenza il nostro rapporto con le regole».
«Se non mi posso fidare dei politici perché sono corrotti, non posso avere fiducia nel futuro» replica Atina. Già, le regole e i comportamenti sono due cose diverse. L’esistenza delle prime non garantisce di per sè la congruenza dei secondi e la mancanza di futuro non aiuta a maturare una cultura della legalità. Se si ha una prospettiva, invece, ognuno puo’ dare il proprio contributo, minimo, quotidiano, costante. Dal rispetto del divieto di sosta alla buona abitudine di spegnere il cellulare in classe.
«In America se copi i compiti ti denunciano i tuoi stessi compagni, ma nessuno si sogna di copiare. Se una cosa non la sai, continuerai a non saperla anche se prendi un bel voto dopo aver copiato» dice Sara. Il contesto culturale è importante per il rispetto delle regole e sul scegliere di rispettarle oppure no. Gli studenti del Manzoni, per voce della loro rappresentante, hanno dato subito un segnale chiaro e preciso con i fatti. Dopo aver visto il video di Libera contro la mafia, hanno deciso di aderire all’organizzazione di don Ciotti.
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