Patrizia è scomparsa, il suo conto in Svizzera svuotato

Nuove rivelazioni sul caso della donna di Castelveccanca di cui si sono perse le tracce da settembre, aveva soldi oltreconfine ma sono spariti. Come lei

Patrizia Rognoni, la donna scomparsa a settembre dalla sua casa di Porto Valtravaglia, aveva un sostanzioso conto in banca in Svizzera, ma qualcuno, forse un’amica, che aveva la titolarità del conto insieme a lei, ha prelevato quasi tutto il denaro. Perché? La rivelazione giunge dalla puntata di ieri sera della trasmissione “Chi l’ha visto?”, il popolare format condotto da Federica Sciarelli, che ha mandato in onda un ampio servizio sulla storia di Patrizia. I giornalisti hanno cercato di parlare con l’amica in questione,  che però ha seccamente smentito, dalla finestra di casa sua, di avere la disponibilità di quel conto, rifiutando tuttavia di farsi intervistare.

La Rognoni era una donna benestante, aveva un negozio a Lugano ed era una persona dai modi raffinati. Secondo una testimone, era però molto diversa dal marito con cui aveva oramai in corso una causa di separazione. La sera prima della sua scomparsa, avvenuta il 16 settembre, fece due chiamate alla figlia (che in quel momento era col padre), e la mattina dopo non si presentò a prenderla.

Della donna non ci sono più tracce da allora, ma la sua scomparsa è anomala: la casa fu infatti trovata con la porta socchiusa e la luce accesa. Gli investigatori di Raitre ipotizzano che sia scesa verso il lago, e che forse sia stata vittima di una caduta nell’acqua, anche se va detto che i carabinieri hanno setacciato per giorni lo specchio di Lago antistante la casa di Porto Valtravaglia e sempre con esito negativo. Non si esclude nemmeno che sia stata uccisa o rapita.
Quello che però appare improbabile è una fuga volontaria, un po’ per lo stato in cui è stata trovata la casa, ma anche per la presenza, nella vita di Patrizia, della figlia, una bimba di 6 anni, con cui aveva un rapporto che «Chi l’ha visto?» ha definito «simbiotico».
Una conoscente della donna ha riferito che si era rivolta a un centro contro le violenze domestiche di Milano. E‘ stata anche intervistata una operatrice del centro che ha sostanzialmente confermato la circostanza. Patrizia era da tempo in contatto con un maestro di discipline orientali. Al momento della scomparsa si era parlato di una passione per pratiche new age: si tratta in realtà della partecipazione a seminari di meditazione di una disciplina chiamata «psicotrofica», che unisce filosofie orientali e occidentali. E proprio il fatto che a uno di questi meeting, la donna avesse portato anche la figlia, causò un grave litigio con il marito.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2010
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