Canestri e commozione per Raga e il Ponte del Sorriso

Circa 2.500 persone hanno affollato il palasport per rendere omaggio al grande messicano della Ignis e agli altri campioni presenti. Una grande serata per il futuro dell'Ospedale Pediatrico della Città Giardino

raga gualcoUn applauso lungo 42 anni concentrato in qualche minuto: c’è tutta una storia nel boato che accoglie l’ingresso in campo di Manuel Raga Navarro e che lo accompagna sul bordo del parquet di Masnago fino all’abbraccio con Giancarlo Gualco. L’architetto della Grande Ignis ritrova la sua scommessa più grande, l’indio messicano arrivato tra lo scetticismo generale nell’estate del ’68 per trasformare una bella storia di sport (la Ignis aveva già vinto due scudetti) in un capolavoro unico del basket europeo. Un abbraccio che si estende per tutta la serata e soprattutto che si fonde con quello che Varese fa al suo ospedale pediatrico: sono oltre duemila le persone che si siedono a godersi la serata fatta sì di una rievocazione prestigiosa ma anche di tanti altri momenti.
Dopo i ragazzi sbandieratori tocca a Paolino Crespi, il giovane autore di "Vado a farmi la chemio e torno" che sta combattendo la sua lotta contro la malattia, in diretta telefonica dall’Istituto dei Tumori di Milano.
Poi è la volta di una presentazione lunghissima, quella che prima porta in campo la squadra N.B.A. (non fatevi ingannare, si parla della Nazionale Basket Artisti) e poi, soprattutto, la squadra delle vecchie glorie. Dove la componente gloria batte per distacco incolmabile quella dell’età. Con la maglia gialloblu – in panca c’è un certo Sandro Gamba – palleggiano e tirano mostri sacri come Ossola, Flaborea, Rusconi, Vescovi, Bulgheroni e tanti altri, seguiti in borghese da Dino Meneghin, Vittori ma non solo. Con la scritta “Ponte del sorriso” sulla casacca c’è pure Pozzecco che si prende la solita vagonata di applausi (e non serve che giochi). In biancorosso spuntano i Fichi d’India (clamorosa la marcatura stretta di Bruno Arena su Vescovi…), il dj Ringo, Gigi Sammarchi (senza Andrea), ottimi comprimari di una festa in cui Raga non gioca per qualche problema fisico ma che apre con cinque tiri tutti a segno.
Nel secondo intervallo della partita arriva per Raga il momento più bello, quello della consegna della cittadinanza da parte del sindaco Fontana. L’uomo elicottero è emozionato davvero, ringrazia la gente di Varese («Voi ci avete fatto vincere tante partite, ci avete sostenuto sempre fino in fondo…») e ricorda i momenti belli e quelli brutti: «In questa città ho potuto crescere una famiglia, c’è qui con me Manuel Jr (il figlio che gioca ancora a Vacallo), ho avuto un dolore grande (l’altro figlio, Fidel, ha un grave handicap e vive anche lui nella città del fratello)… qui sono sempre stato accettato per quello che sono. Che Dio vi benedica».
Finisce tra tante risate, qualche lacrima di commozione e un’asta con in palio una canottiera originale della Ignis con il numero 15, che finisce tra le mani di Guido Borghi in cambio di un bell’assegno per l’Ospedale dei bimbi. L’incasso complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai ventimila euro (da una prima stima): la Grande Ignis ha vinto un’altra partita.

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Pubblicato il 12 Marzo 2010
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