“Sono sbattezzato, il parroco mi ha allontanato dall’oratorio”

"Volevo giocare una partita di pallone con alcuni amici ma me ne sono dovuto andare" racconta Samuele. Il parrocco ribatte: "Non l'ho cacciato ma non è opportuno che frequenti i nostri parrocchiani"

Gentile direttore,
sono un ragazzo di 23 anni residente a Brenno Useria (frazione di Arcisate), e Le scrivo per rendere pubblico un fatto secondo me significativo.
Premetto che dopo anni di attività presso la parrocchia del mio paese, a seguito di una mia presa di coscienza mi sono decisamente avvicinato all’ateismo, tanto da decidere alla fine del 2009 di procedere allo sbattezzo, cioè una pratica con la quale viene richiesto al parrocco di annotare sul registro dei battesimi che non si ha più intenzione di appartenere alla chiesa cattolica; ovviamente è una cosa riconosciuta dalla legge del nostro stato.
In data lunedì 15 marzo 2010, a seguito dell’invito di alcuni miei amici di partecipare ad una partita di pallone in oratorio, mi sono ritrovato a dover compiere una scelta; ho ripensato a come il suddetto parroco sia famoso in paese per la sua "modernitcredaà", per il suo essere una persona ragionevole, intelligente e molto attenta ai giovani, e ho quindi deciso di recarmi a questa partita.
Quando eravamo pronti per iniziare a giocare il prete mi si è avvicinato, e facendo riferimento al mio essere ateo, mi ha chiaramente chiesto di tornarmene a casa. Io, tra la sorpresa e l’imbarazzo dei miei amici, ho molto rispettosamente raccolto le mie cose e sono andato via, restando per qualche minuto fuori dal cancello a guardare gli altri giocare, sentendomi emarginato.
Io mi chiedo, ma la chiesa non è da sempre a favore dell’apertura verso tutti gli esseri umani?
Lo stesso prete del mio paese si è sempre fatto vanto di aprire le porte dell’oratorio a tutti, senza fare il conto di chi la domenica va a messa e chi no, in modo da favorire l’aggregazione dei giovani, salvo poi cadere in questa enorme contraddizione.
Io non mi ero certo recato in oratorio per tenere una conferenza sull’ateismo o per cercare di seminare zizzania, la mia intenzione era unicamente quella di passare una bella serata in compagnia di amici giocando a calcio, dato che l’oratorio è l’unico posto in paese dove si può fare tutto ciò. Ma a quanto pare, tutte le belle parole di apertura e dialogo del suddetto prete valgono solo verso chi crede in altre religioni; io, unico sbattezzato in un piccolo paese di appena 2000 abitanti, non sono meritevole del rispetto dato invece a chiunque creda in un qualsiasi dio. Che sia forse stata una ripicca personale nei miei confronti? Questa è l’unica spiegazione che riesco a darmi, anche se mi sforzo di non voler credere che un uomo di chiesa sia capace di tali bassezze.
Questa mia lettera vuole essere un grido di protesta, poichè sento sempre più spesso parlare di convivenza con religioni diverse dal cristianesimo, ma nonostante la Costituzione Italiana dica chiaramente che il nostro è uno Stato laico nessuno si preoccupa anche di chi come me è ateo; saremo anche una minoranza, ma per questo valiamo forse di meno?
Spero che, nonostante le mie parole vadano contro un potere forte come la chiesa, avrete il "coraggio" di pubblicarmi, poichè ritengo che il rendere pubblico questo accadimento possa essere un forte segnale per tutta la nostra società.

Samuele D’Angelo

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Dopo aver ricevuto la lettera di Samuele abbiamo preso contatti con il parroco di Brenno, Don Giuseppe che ha fornito la sua versione dei fatti. "Non ho allontanato Samuele, gli ho solo chiesto se ritenesse opportuno restare in oratorio dopo la raccomandata che mi aveva inviato a dicembre. Non posso dire che cosa ci fosse scritto perché lui me lo ha espressamente vietato". Nella raccomandata, come scrive Samuele, si comunicava l’intenzione di procedere allo "sbattezzo".
"Non dico nulla – ha detto ancora Don Giuseppe – ma può frequentare la parrocchia e gli altri parrocchiani qualcuno che ha rinnegato la sua religione? Io non credo. Per correttezza se Samuele decide di non frequentare più la chiesa lo faccia fino in fondo, stando lontando da chi crede davvero". "Purtroppo – conclude Don Giuseppe – Samuele ha avuto spesso da dire su chi crede e pratica, più volte ha detto che chi viene a catechismo il giovedì sera e a messa la domenica mattina altro non è che un lecca…. del prete. Mi dispiace ma non è un atteggiamento tollerabile".

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Pubblicato il 16 Marzo 2010
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