Le associazioni: “Ma così è una guerra tra poveri”

I commenti dal mondo del volontariato che conta sulle donazioni dalla fiscalità

«È la guerra tra i poveri, la vediamo tutte le volte che inizia il periodo della dichiarazione dei redditi». La guerra di cui parla Maurizio Ampollini, direttore del Cesvov, è quella che si scatena ogni anno per accaparrarsi le preferenze dei contribuenti che scelgono se e a chi destinare il proprio 5 per mille. Una fonte di entrata molto importante, anche per i comuni, lo dimostra l’appello lanciato dal sindaco di Varese Attilio Fontana che ha chiesto ai varesini di destinare la quota alle casse in difficoltà della Città Giardino. «Non demonizzo i comuni se chiedono ai cittadini di farsi lasciare questa quota, è senza dubbio una fonte utile – ha aggiunto Ampollini -. Quello che è sbagliato è il principio che mette in competizione associazioni ed enti pubblici». Al mondo del non profit il 5 per mille permette di finanziare progetti e attività. Lo scorso anno ad esempio ha permesso alle Acli di Varese di acquistare un pullmino Fiat per il trasporto delle persone disabili. «Il 5 per mille dà un aiuto fondamentale alle onlus e alle associazioni di volontariato, il cui operato ha ricadute dirette sul territorio che evidenzia bisogni a cui rispondere – ha commentato Daniele Moriggi, presidente della Fondazione la Sorgente onlus e componente della presidenza delle Acli varesine -. Di fatto la richiesta del Comune toglierebbe ulteriormente linfa alle realtà del territorio per cui il 5 per mille è nato: i Comuni utilizzano in gran parte le proprie risorse per l’attività ordinaria, più che per il sociale. Certamente capiamo le esigenze del nostro Comune, però non ci pare che questa sia la scelta corretta; dovrebbe rivolgersi al governo nazionale, perchè ripensi le fonti dei trasferimenti agli enti locali».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2010
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