I cacciatori di cervelli passano anche all’Insubria

Presentata all'ateneo varesino l'attività di Techno Scouting, che cerca ricerche innovative per trasformarle in impresa. Il potenziale della ricerca locale risulta ancora inespresso

alintecChi sei e come pensi di poter migliorare il mondo? Questa in sostanza è la domanda che Techno Scouting pone ai ricercatori degli atenei lombardi. Technoscouting, che è un’attività gratuita promossa da Regione Lombardia, Camera di Commercio, Innovhub, Unioncamere e Alintec, si è presentata mercoledì mattina ai ricercatori e agli studenti dell’Insubria. C’erano più studenti che ricercatori, purtroppo, perché la mission di Alintec sembrava perfetta per loro.

Da ormai diversi anni l’associazione prova a mettere in collegamento i ricercatori, spesso molto concentrati sul loro lavoro ma poco bravi nelle relazioni pubbliche, con gli imprenditori. Per trasformare la ricerca pura, che in Italia brilla, con l’investimento industriale, a livelli bassissimi nel nostro paese.

«Per un ateneo moderno, mettere in contatto ricerca ed impresa è ore mai una scelta obbligata», ha spiegato Roberto Accolla, responsabile del settore ricerca all’Insubria, «Questa è la resa dei conti, affrontando questo tema capiremo se è possjbile attraverso il nostro lavoro creare qualcosa di economicamente apprezzabile: la ricerca deve essere anche in grado di alimentarsi da sola».

Ad illustrare nei dettagli la promessa di Alintec è stata la responsabile dello scouting tecnologico Silvana Rimoldi: «La nostra è una vera e propria attività di contatto porta a porta con il mondo universitario. Siamo alla ricerca di possibili spin-off o ricerche che possano essere adottati da imprese preesistenti per innovare». L’Insubria, al momento, non brilla per numero di ricerche trasformate in impresa: «Da qui ci è arrivato il 5% delle proposte, ma vorremmo migliorare».

Il meccanismo di funzionamento di Alintec è molto semplice: il ricercatore può riassumere la sua ricerca in poche righe, e volendo suggerire alcuni ambiti applicativi. Non è necessario inserire troppi dettagli e in ogni caso può essere concordato, in una fase successiva, un accordo di riservatezza sui dettagli della ricerca. Un comitato passerà poi alla selezione delle ricerche ritenute più appetibili economicamente, affiancherà il ricercatore nella realizzazione del business plan e lo metterà in contatto con possibili investitori.

«Abbiamo rapporti continuativi con i fondi specializzati, con investitori che possono investire dagli 0 ai 500mila euro o anche più, a seconda del settore», spiega Rimoldi, «Il nostro scopo è quello di aiutare il ricercatore ad esprimere le sue idee e le sue potenzialità».

Un lavoro su cui, tra l’altro, si concentra il docente dell’Insubria Alberto Onetti, che ha ospitato l’evento all’interno del suo corso e che quotidianamente si occupa, con Mind The Bridge, ad assistere le aziende italiane che vogliono arrivare in Silicon Valley: «Dobbiamo creare un ponte tra Università e Impresa», ha spiegato Onetti al nutrito pubblico composto principalmente da studenti di economia, «Aiutare la ricerca a creare impresa, per autoalimentarsi ed invertire una tendenza drammatica in questo paese».

Tutti i ricercatori interessati a chiedere una consulenza al progetto Techno Scouting di Alintec possono farlo on-line: l’ultima raccolta dati scadrà il 31 maggio, fino ad una nuova edizione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Maggio 2010
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