In 20 pannelli fotografici i due pesanti attacchi aerei subiti dalla città
Una mostra importante nel foyer del Teatro di piazza Repubblica “Aprile 1944: Varese sotto le bombe”: da oggi, martedì 11 maggio, al 25 del mese, organizzata da Macchione Editore
La Storia, quella con la s maiuscola, documentata da immagini splendide per qualità e tragiche per contenuti. È una mostra importante quella che il foyer del Teatro di piazza Repubblica a Varese ospiterà da martedì 11 maggio, al 25 del mese, organizzata da Macchione Editore.
“Aprile 1944: Varese sotto le bombe” ripercorre in 20 pannelli fotografici i due pesanti attacchi aerei subiti dalla città ad opera dei velivoli degli Alleati anglosassoni. La città era allora in mani nazifasciste, e costituiva, con le sue industrie belliche forzosamente al servizio degli eserciti di Hitler, un obiettivo militare di importanza non secondaria.
Testi e immagini sono a cura di Pietro Macchione. Hanno collaborato il sindaco di Varese, Attilio Fontana; il dirigente dei Servizi Culturali, Museali, Ricreativi e di Promozione del Territorio del Comune di Varese Andrea Campane; Piero Mondini, responsabile dell’Archivio storico del Comune di Varese; Chiara Violini, direttrice della Biblioteca Civica di Varese; Roberto Ferrario e “La Prealpina”; il settimanale “Luce”; Uberto Vedani e la figlia Tiziana; don Umberto Dell’Orto; Giovanni Zappalà; Gianni Cattaneo; il professor Giuseppe Armocida; il professor Enzo Laforgia.
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della biglietteria del teatro (dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle ore 14 e dalle ore 17 alle ore 19) e durante gli spettacoli. L’ingresso è libero.
Documenti, immagini ew pannelli esplicativi della mostra ricostruiranno testimonianze e scenari degli anni della Seconda Guerra Mondiale, anni in cui poteva considerarsi cosa "normale" che un’intera città con i suoi abitanti fosse esposta all’offesa aerea nemica, in cui radere al suolo case e uccidere in massa civili erano opzioni accettate senza troppe discussioni.
A Varese vittime e danni furono "relativi" se paragonata a tante città martirizzate dall’aria. Varsavia, Rotterdam, Londra, Coventry, Belgrado, Stalingrado; e ancora Colonia, Amburgo, Dresda, Berlino, Tokyo, per culminare a Hiroshima e Nagasaki con l’atomica, sono un triste rosario di orrori in crescendo.
Anche in Italia soffrirono tremendamente molte città: Napoli, Foggia, Palermo, Treviso, Milano, Genova, Torino, la stessa Roma. Decine di migliaia di italiani restarono sotto le macerie dei bombardamenti, fulminati in pochi minuti in pieno giorno o in uno stillicidio di attacchi notturni durato mesi e anni. Il potere e il terrorismo aereo, prenanunciati dall’italiano generale Giulio Douhet, trovarono geometrica dimostrazione della sua potenza durante il conflitto: se ne servirono i nazisti per le prime irresistibili vittorie, quindi gli Alleati per rendere colpo su colpo con gli interessi, dieci, cento volte tanto. Solo laddove l’orografia, il clima o la vicinanza delle opposte linee di battaglia attenuavano l’effetto del potere aereo gli eserciti di Hitler poterono resistere efficacemente e a lungo, come a Cassino, sulla Linea Gotica o tra le foreste dell’Eifel. Ma il destino della guerra era segnato, e chi volle prima iniziarla, poi continuarla senza speranza, si rese corresponsabile di tutte le conseguenze.
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