Da eroi della Resistenza a paladini della cultura

Dal 1920 al 2010 una lunga storia che ha visto la Coopuf tra i principali animatori vita cittadina: dal consiglio federativo dei partigiani alla musica underground del Twiggy

La Cooperativa Unione Familiare (Coopuf) è la società che dal 1920 (anno di costituzione della stessa) ha sede in via De Cristoforis 5, in uno storico edificio di cui è proprietaria, insistente sul mappale n.188 foglio 11 del Comune di Varese di superficie pari a 1090 mq. Il corpo di fabbrica originario era costituito da una villa di inizio 900, provvista di un piano cantinato, un piano rialzato ed uno fuori terra con terrazza e torretta corrispondente al vano scala interno secondo una tipologia classica dell’epoca; l’affaccio principale si staccava da via De Cristoforis con un giardino di pertinenza, secondo un allineamento riconoscibile dal confronto con le ville, tutt’ora esistenti, di pari epoca poste a confine con la proprietà.
All’interno era situato un ampio giardino di circa 400mq (trasformato poi in campo bocce) direttamente raggiungibile dalla pubblica via attraverso una strada interna prospiciente l’edificio.
Il fabbricato venne ampliato verso il fronte stradale, appena dopo la seconda guerra mondiale, al fine di ospitare nuove sale da adibire alle attività sociali : bar trattoria al piano rialzato, sala riunioni al piano primo ed un ampia cantina per il deposito del vino che veniva prodotto in due grosse cisterne in cemento realizzate nello stesso periodo e situate a confine dell’edificio, verso il cortile interno.
Fino agli anni 70 si produceva vino ed i campi bocce hanno funzionato sino alla fine degli anni 80. Il circolo coop. Unione Familiare è stato anche sede fino al 1998 (anno si scomparsa del presidente partigiano Claudio Macchi) del consiglio federativo dei Partigiani.

Gli interventi di riqualificazione più recenti
L’attuale configurazione e distribuzione degli spazi interni è il frutto di due importanti interventi di riqualificazione e adeguamento igienico sanitario, il primo realizzato nell’anno 1993, con un investimento rivolto in particolare all’esercizio bar trattoria con la formazione di un nuovo locale cucina, servizi igienici per il pubblico e per il personale, rifacimento dell’impianto idraulico, il tutto rispondente alle vigenti normative; riqualificazione delle due sale di ristorazione.
Contestualmente a questi lavori si è anche concretizzato il progetto di trasformazione della sala riunioni situata al piano primo, in sala di proiezione cinematografica e convegni con 90 posti in poltroncina.
Successivamente nell’anno 2003 viene realizzata la scala di sicurezza esterna (munita di servoscala) di collegamento della sala con il piano terreno fino al piano cantine; viene inoltre ristrutturata e risanata una parte dei locali al piano cantina adiacente la nuova scala. Attualmente risultano in corso lavori di risanamento e sistemazione di altre porzioni al piano cantine, comprendenti in particolare la formazione di intercapedini e ricostruzione della scala di accesso principale alle cantine ed il completamento dei vespai areati.

Il progetto: la coopuf polo culturale multisala: musica, cinema, teatro cucina
Nel secolo scorso i circoli cooperativi, grazie all’azione di volontariato, sono stati importanti luoghi di riferimento nati dai bisogni economici dei soci le cui attività erano dedicate, come nel caso della nostra cooperativa, allo spaccio di prodotti alimentari ed in particolare alla produzione del vino, ma anche spazi di aggregazione e svago dove si praticava il gioco delle bocce. Sono stati anche luoghi di iniziativa sociale e politica calata nelle realtà dei quartieri popolari, la cui frequentazione era propria delle classi operaie ed artigiane, luoghi ideali per celebrare ricorrenze e feste; una seppur modesta cucina permetteva inoltre di organizzare pranzi e cene sociali.
La realtà urbana odierna produce bisogni differenti e più sofisticati, e questi spazi per continuare a mantenere una propria identità e funzione sociale nel contesto cittadino, in carenza di volontariato, devono avere più capacità imprenditoriale, offrendo comunque valide alternative culturali all’individualità e alle altre forme di intrattenimento e di consumo che vengono proposte.
Il progetto culturale della Cooperativa Unione Familiare ha l’obbiettivo di mantenere viva l’aggregazione e la socialità in uno degli spazi più singolari e storici a livello cittadino, un laboratorio in continua evoluzione, che punta sulle forme della comunicazione a noi più consone in particolare la musica ed il cinema di qualità, attorno le quali può ancora, nonostante i tempi, svilupparsi ricerca e proposta, per tutte le generazioni di utenza; a ciò si deve unire grazie alla presenza di un’adeguata cucina, un’apprezzabile offerta enogastronomica.

L’era Twiggy
Grazie ad un nuovo contratto di affitto di azienda del locale pubblico (bar-ristorazione), recentemente stipulato con un gruppo di giovani speranze cittadine (Twiggy), che già da tempo opera soprattutto nell’ambito musicale indipendente, il progetto sta prendendo forma e concretizzando, anche se a prezzo di importanti investimenti e sacrifici sia in termini di risorse umane che economiche.
Per quanto riguarda lo stabile, il progetto riguarda in particolare prevede una riqualificazione complessiva del patrimonio immobiliare, con l’obbiettivo di adeguarne la funzionalità, migliorando in particolare l’accessibilità la sicurezza ed il comfort di tutti gli ambienti (dal tetto alle cantine). Il potenziale degli spazi ancora disponibili, come ad esempio la grande superficie corrispondente al sottotetto, dà l’opportunità di realizzare nuovi ambienti ad uso ufficio-laboratorio per le associazioni; per migliorare l’accessibilità si prevede di realizzare un collegamento esterno tramite un adeguato impianto ascensore. Grazie alla grande superficie ed esposizione che offre il tetto è inoltre possibile migliorare l’efficienza energetica dell’edificio sfruttando la risorsa solare.
Gli spazi esterni offrono infine la possibilità di essere trasformati parzialmente in giardini per una migliore vivibilità ed immagine dell’intero stabile nel contesto del quartiere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Giugno 2010
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