Aspem Reti ha 1 milione e mezzo di perdite

Conti in rosso per la società presieduta da Ciro Calemme che replica: Due terzi del buco sono determinati da una tariffa idrica troppo bassa". Ma resta il nodo piscina

Aspem Reti ha 1 milione mezzo di euro di passivo. Il bilancio della società comunale è stato approvato giovedì e desta qualche preoccupazione. Ma in questo quadro resta da capire quanto pesi la piscina della Schiranna sul risultato negativo. «La perdita è in realtà determinata per 1 milione dall’attività istituzionale della società – risponde il presidente Ciro Calemme – noi gestiamo le reti comunali dei servizi di rifiuti, gas e acqua. I costi per i primi due sono coperti dalla tariffa che pagano i cittadini, ma così non avviene per l’acqua che ha un costo al cliente di 0,78 euro al metro cubo, pensate che ad esempio l’Emilia Romagna fa pagare 2 euro a metro cubo. Si tratta di una tariffa davvero bassa che si ripercuote su Aspem Reti».
La piscina della Schirannma ha inciso dunque per 500mila euro, un terzo della perdita totale. Il bilancio 2009 interessa il primo anno di gestione della piscina. Si sperava forse in un risultato migliore ma Ciro Calemme osserva che l’avvio è stato problematico. «Abbiamo inziato a marzo, e i costi per la selezione e il personali si è alzato. Quando ci hanno consegnato la piscina abbiamo ricevuto una lettera dell’Asl che ci imponeva dei lavori di adeguamento, pena la non agibilità. Le condizioni in cui era stato lasciato il lido dalla gestione precedente erano molto precarie – continua il presidente – abbiamo dovuto rifare l’impianto per la clorizzazione dell’acqua oltre all’acquisto di tutti gli arredi nuovi. I costi sostenuti per la piscina – osserva Calemme – non sono stati un capriccio, bensì un obbligo che ci è stato imposto sia dalla legge che dalla Asl».
Ma ha senso che Aspem Reti gestisca una piscina? «E’ un servizio pubblico che offriamo a prezzi popolari – continua Calemme – la città ha dimostrato di gradire, ci sono stati 26mila paganti la scorsa estate per la piscina e 52 mila utenti tra bar e ristorante. La piscina non fa grandi profitti ma se la affidi al privato accade quello che è accaduto negli anni scorsi: si è risparmiato sulla sicurezza alimentare e degli utenti per stare dentro i costi. Noi invece abbiamo fatto tutto a norma, e lo dimostrano le ispezioni subite nello scorso agosto da parte di Asl, Nas, carabinieri, ispettorato del lavoro e Siae, tutte finite con risultati per noi positivi. Inoltre, abbiamo fatto risparmiare i varesini applicando gli sconti alle famiglie. Certo, se fossero stati tutti single avremmo guadagnato molto di più, ma questa è anche la nostra mission».
L’incasso lordo è stato 230mila euro in tre mesi, la media è stata di 300 persone al giorno in piscina. Nel 2010 Calemme aveva previsto di incassare 300mila euro, spendendo meno della fase di start up, e di andare in pareggio e qui viene il punto più scabroso. Perché quest’anno non si apre? Da Aspem reti non si commenta, il comune ha già annunciato che non farà le pulci perché c’è stato un oggettivo ritardo nel decidere i lavori. Ma la sostanza, secondo Calemme, è che la società è in rosso per un dato strutturale che riguarda la sua stessa funzione, una cassaforte delle proprietà e reti comunali, che però non avrebbe avuto ancora abbastanza servizi da gestire per poter andare in pari. Il problema si riproporrà ogni anno, piscina o non piscina.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Giugno 2010
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