Com’è diventato difficile fare il giornalista

Ha visto anche la presenza dei giornalisti milanesi Andrea Riscassi e Oreste Pivetta l'incontro sulla "Informazione negata" organizzato nell'ambito della Festa democratica della Schiranna

libertà di informazione incontro alla schirannaSe il giornalista viene punito perchè fa il suo mestiere («Trovare le notizie e pubblicarle») e «La televisione e i calciatori vengono sempre più sbandierati come Armi di distrazione di massa» è possibile uscire ancora democratici da questa rivoluzione legislativa che sta abbattendosi sull’Italia? Dopo avere ascoltato l’incontro di sabato sera, 12 giugno 2010, moderato da Giuseppe Musolino allo spazio Coop della festa democratica della Schiranna, sembra proprio di no. E a mettere il dubbio sull’esito della questione, a pochi giorni dalla approvazione della legge sulle intercettazioni, sono quattro rappresentanti di una della categorie maggiormente colpite dall’ultima legge che sembra “fatta su misura”  per i rappresentanti dell’economia e della politica coinvolti in scandali e processi: i giornalisti. 

 
A farlo, con le parole citate a inizio articolo, è stato innanzitutto Andrea Riscassi, inviato Rai che ha scritto “Anna è viva”, pamphlet che ricorda la vita – e la morte – della giornalista Anna Politovskaja che raccontava cosa faceva ai ceceni la Russia di Putin, uno dei presidenti più vicini al nostro premier in molti sensi, come si è scoperto dalle intercettazioni. E a sottolinearlo, gli altri colleghi intervenuti: «Dicono che sia una legge a favore della privacy, ma in realtà difende solo l’impunità di pochi» ha sottolineato Oreste Pivetta, editorialista de l’Unità e giornalista di lunga pezza – ha festeggiato il suo quarantennale con la professione quest’anno. «Per di più colpendo un mondo, quello dei giornalisti, dove la precarietà è estrema, e in un clima generale dove la parola indignazione sembra sia completamente scomparsa».
 
Una situazione delicata, anche  e soprattutto per il fatto che non c’è nessuna violazione conclamata, ma un percorso passo per passo verso il "bavaglio". «In questa questione la parola principale è ambiguità – sottolinea il direttore della Prealpina Giancarlo Angeleri – Se guardate, il testo della legge "comincia bene": sembra addirittura che la possibilità di intercettazione sia applicabile addirittura a un reato in più, lo stalking. Poi, dalla riga dopo, cominciano i distinguo e i paletti per inquirenti e stampa».  Anche se la verità, secondo Angeleri,  è che «Di questa legge si parla tanto perchè è stata voluta da Berlusconi, e tutti hanno pensato subito che la facesse per sè. Se l’avesse presentata uno qualunque, avrebbe subito valutazioni diverse». 

O, forse, non sarebbe mai stata presentata. Ma questo vorrebbe dire rifare la storia recente d’Italia, o riscrivere i risultati delle ultime elezioni: ora bisogna solo pensare a come continuare a poter raccontare ciò che si sa senza multe milionarie agli editori o carcere per chi realizza gli articoli.

Un incontro che è stato molto interessante e appassionato, raccontato da chi ha visto e ha avuto il coraggio di parlare. Che ha visto però solo una piccola pattuglia di uditori che hanno avuto la fortuna e il coraggio di ascoltare: a rimediare ci ha pensato però Universauser, che da qualche tempo a questa parte sta raccogliendo on line gli incontri che "sarebbe tanto valso la pena vedere": questo, come molti altri raccolti in uno straordinario compendio, sarà raccolto da martedì nella loro audiovideoteca on line.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Giugno 2010
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