Lega Nord e Pd votano contro il Pgt

Il gruppo consiliare del Carroccio dice addio al sindaco Sandro Damiani che mantiene una maggioranza debolissima e sul punto che conteneva tutte le obiezioni mosse dal Pd al Pgt vota contro la nuova maggioranza. Damiani: «Al massimo si ritorna alla situazione precedente». Candiani: «La scelta coraggiosa della Lega stoppa il cemento sul Monte Morone»

Due consiglieri della Lega nord sono saltati giù dal Carroccio per sostenere il sindaco Sandro Damiani, mentre i loro quattro ex compagni di partito, dopo essere usciti dalla maggioranza, hanno votato insieme al Pd contro il Pgt (piano di governo del territorio). 
E’ stata una serata politicamente interessante quella che si è consumata martedì 15 giugno in consiglio comunale a Malnate.  Fin dall’inizio a scaldare la nutrita platea ci hanno pensato i due consiglieri dissidenti. «Sono nato nella Lega e morirò sotto il suo segno, ma da oggi non farò più parte del gruppo consiliare – ha detto Paolo Righi -.  La questione dell’assessore Mingardi era una faccenda che si poteva risolvere con un po’ di buon senso e ne bastava poco. Io rimango qui per un gesto di rispetto nei confronti dei cittadini e non perché ho ricevuto pressioni».  
Il buon senso, secondo Righi, è quello che sarebbe mancato ai due maggiorenti del Carroccio: Alessandro Vedani, nominato commissario della sezione malnatese della Lega, e Stefano Candiani, segretario provinciale. I due hanno avuto un lungo braccio di ferro con il sindaco Damiani per la riammissione nei ranghi della giunta di Barbara Mingardi, costretta alle dimissioni per aver sbeffeggiato il tricolore su Facebook.
Ancor più duro è stato il consigliere, nonché ex segretario cittadino della Lega nord, Maurizio Franzetti. «Anch’io esco dal gruppo consiliare – ha spiegato il consigliere – perché in completa discordanza con la linea tenuta in questi 45 giorni dopo il caso Mingardi, dove ha prevalso la sola difesa dell’immagine personale di Candiani e dove il fido scudiero Vedani diceva  una cosa al mattino e l’esatto contrario la sera. A noi dicevano di sostenere e difendere subito il soldato ferito Mingardi, mentre loro l’avrebbero silurata a settembre».  Non si tratta di una semplice divergenza di opinioni, ma di una vera è propria rottura sia sul metodo che nel merito. «Ieri avrei dovuto presentarmi da un notaio – continua l’ex segretario cittadino della Lega – per firmare le mie dimissioni da consegnare dopo l’approvazione del Pgt. Perché invece non approvarlo subito? Che cos’è questo se non un ricatto, che il commissario Vedani invece chiama prova della cadrega. Se è vero che siamo padroni a casa nostra e non un rione di Tradate o un sobborgo di Buguggiate, allora io voglio votare questo Pgt secondo coscienza».

Tra il pubblico della sala consiliare di via De Mohr c’era anche Candiani che ha subito commentato: «Qui c’è in gioco l’identità e quindi anche il fatto di avere una linea politica precisa nel momento in cui il sindaco cerca di metterti in un angolo. Sui nostri consiglieri sono state fatte molte pressioni ecco perché ho deciso di andare dal notaio, tra l’altro l’ora e la data indicata, le 12 del 16 giugno, ci mettono al riparo da qualsiasi dietrologia. Se è vero che qui c’è di mezzo la fiducia e il rispetto nei confronti dei cittadini, piuttosto che sostenere questa maggioranza, preferisco tornare al giudizio degli elettori. Sul Pgt c’è in ballo una questione delicata che riguarda il Monte Morone, perché viene approvato l’ambito di destinazione e la Lega con questa scelta coraggiosa ne vuole evitare la cementificazione. I quattro consiglieri che restano nel gruppo Lega Nord hanno dimostrato di non essere attaccati alla cadrega».

L’effetto di questa dipartita si è visto subito durante il voto sulle controdeduzioni alle osservazioni fatte al Pgt. La nuova maggioranza risicatissima a disposizione di Damiani, che ha un solo consigliere in più rispetto alla nuova opposizione, è stata battuta sul punto 22, il più importante dei 50 presentati, in quanto conteneva tutte le osservazioni fatte dal Pd (tra cui il destino di Monte Morone, dove dovrebbe sorgere una clinica convenzionatae dell’ex cava Cattaneo) che, una volta accolte, stravolgerebbero l’intero piano di governo del territorio così com’è stato predisposto dall’ex assessore leghista Fabio Gastaldello. Se nei punti precedenti la Lega e il Pd si erano sempre astenuti, su quel punto c’è stata una convergenza di voti contrari: 10 contro gli 8 della nuova maggioranza e 3 astenuti (il sindaco, i consiglieri Alessandro Damiani del gruppo Damiani Sindaco Udc ed Elia Azzalin di Forza Italia, perché in conflitto di interessi con le aree prese in considerazione dal Pgt ). Un risultato che ha un significato profondo perché la maggioranza è stata battuta sull’atto politico più importante, destinato a incidere sul futuro del territorio. Il sindaco Damiani non è sembrato particolarmente preoccupato: «Io non me ne vado, ho ancora una maggioranza e continuo. Mi sono già informato da un noto consulente di diritto amministrativo, secondo cui la mancata approvazione delle controdeduzioni non significa approvare automaticamente le osservazioni fatte dal Pd. Al massimo si ritorna allo stato precedente che è peggiorativo rispetto a quello presentato da noi. Almeno così la Lega sarà contenta».

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Pubblicato il 16 Giugno 2010
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