“Necessario investire di più sulle ferrovie”

Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente, lancia l'allarme sul futuro dei trasporti nel nord Milano: "Meno progetti faraonici e più impegno per il trasporto pubblico"

«Non solo Pedemontana, la priorità dei prossimi dieci anni deve essere lo sviluppo del trasporto ferroviario». L’appello a ripensare il modello della mobilità arriva dall’assemblea dei circoli di Legambiente Lombardia, che si è tenuto sabato alle Bustecche. Damiano Di Simine, presidente regionale del Cigno Verde, è convinto che la scelta sia necessaria, perché lo scenario internazionale è gia deciso: «Appena a Nord di Varese si sta costruendo la più importante opera infrastrutturale del continente, in nuovo tunnel del Gottardo», che collegherà l’Italia e i porti mediterranei con il Centro Europa, la “locomotiva” dell’economia del vecchio continente. In futuro le merci da Nord arriveranno (quasi) tutte su ferrovia, per ragioni ambientali e di sicurezza: il problema è come far proseguire il viaggio. «Dobbiamo evitare – spiega Di Simine – che ci sia il trasbordo delle merci dal ferro alla gomma: la priorità dei prossimi dieci anni dovrebbe essere creare le condizioni per accogliere questa ferrovia». Il rischio è che la bassa provincia (ma tutta l’area a nord di Milano) finisca strangolata dal traffico dei mezzi pesanti che arrivano e partono dai centri intermodali dove “finisce” la ferrovia merci, nella zona di Busto Arsizio e Gallarate. Un po’ lo stesso scenario che evocava il sindaco di Gallarate Nicola Mucci, preoccupato per lo stop imprevisto al potenziamento della linea ferroviaria.
 
E gli ambientalisti sono pronti a sostenere anche il potenziamento delle infrastrutture: «La Rho-Gallarate ha bisogno di essere rafforzata, non si può pensare che tutto passi solo su due binari. Certo si deve rendere compatibile l’intervento nelle zone abitate (le contestazioni riguardano soprattutto Legnano e l’altomilanese, ndr), però il potenziamento è necessario». Di fronte ad uno scenario di questo genere, secondo il presidente di Legambiente Lombardia, i vertici regionali (e il governo centrale) rimangono ancorati al modello di mobilità su gomma («anche se la Pedemontana ha una indubbia utilità, nel riordinare i flussi di traffico») e alle grandi opere, compresa Malpensa. «La crescita, in particolare con la  terza pista, andrà a invadere altri territori intorno allo scali in una provincia che ha già perso oltre mille ettari di superficie forestale». Al modello di «gigantismo aeroportuale» Legambiente contrappone l’idea di un investimento nella green economy, nelle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Filiere produttive ad alta tecnologia che sono il contrario della smaterializzazione dell’economia, che portano lavoro sul territorio»

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Pubblicato il 19 Giugno 2010
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