La silenziosa invasione dell’Australia

Non è ancora pronta la struttura destinata ad accogliere gli atleti australiani, ma la loro presenza sta crescendo di anno in anno. Sin dal suo arrivo nel 1991

Il pulmino australiano della squadra di ciclismoSono tanti. Si allenano sulle nostre strade, sui laghi, nei campi di rugby, di basket, di calcio. E i risultati si vedono con piazzamenti prestigiosi.
Sono gli atleti australiani presenti nella nostra provincia dal 1991, dapprima con la squadra di canottaggio, che si preparava ai giochi olimpici di Spagna, poi, dal 2003, con il comparto ciclistico ospite fisso della struttura di Castronno per tutta la bella stagione, da marzo fino ad ottobre. Sessantacinque atleti solo per il canottaggio a cui si aggiungono i preparatori, i medici, gli accompagnatori. Tutti ospiti dell’hotel Continental a Cassinetta .
E poi ci sono i professionisti del pedale con il seguito e la squadra di vela che si allena nel Maggiore scendendo in acqua a Monvalle e pernottando all’hotel Monte lago. E, ancora, le nazionali di vari livelli di rugby che si appoggiano al campo di Giubiano e pernottano allo Yes hotel mentre i nuotatori che macinano vasche su vasche alla piscina Manara di Busto hanno trovato casa all’hotel le Robinie.
 
Warwik ForbesInsomma, quella australiani è un’invasione silenziosa. Li vedi in giro a fare la spesa nei supermercati o ad assaporare un caffè shakerato in un bar di Gavirate o a passeggio per vetrine a Busto a mangiare un gelato a Gazzada: « Siamo molto contenti di aver scelto Varese – commenta Warwik Forbes, rappresentante dell’Australian Sport Commission da due anni a Gavirate per seguire i lavori dell’hub – Sicuramente l’Australia è il primo paese che ha investito fondi per creare una struttura d’appoggio in un altro paese. Ma questa soluzione è ora allo studio di altri stati  come Canada, Giappone la stessa Cina. Qui abbiamo trovato un ambiente ideale, grande collaborazione e i miglioramenti dei nostri atleti nelle competizioni europee sono evidenti».
 
Arrivato a fine 2008, mister Forbes comincia ora a sentirsi “ a casa”: « C’è voluto un bel po’ per abituarmi al vostro clima, alle giornate cortissime durante l’inverno. E ancora adesso non parlo l’italiano così bene come vorrei. Il fatto è che passo la maggior parte della mia giornata parlando inglese, per organizzare l’hub. Ce lo consegneranno a dicembre e noi vogliamo farci trovare prontissimi per potervi entrare immediatamente»
 
Avete aspettato tanto. E ora siete soddisfatti?
« Moltissimo. Hanno lavorato in modo eccellente. Ho visto lo spessore dei muri. Da non crederci. Sono circa il doppio di quelli australiani. Ma è così che si combatte il freddo….»
 
la sede della squadra dei ciclisti a CastronnoIn questo periodo, il numero degli australiani nel Varesotto è decisamente superiore alle potenzialità dell’hub di Gavirate
« Quella sarà la nostra sede. Il cuore dell’attività australiana in Europa. Il punto di appoggio e di riferimento per ogni nostro atleta. Per i nostri ragazzi vuol dire tanto sapere di avere una base vicina e non a migliaia di chilometri e ore e ore di volo. E, se si riflette, i risultati di questa politica stanno arrivando. Per pernottare, continueremo a sfruttare le strutture locali».
 
La scelta di Varese è stata dettata soprattutto dal lago. Quali sono le altre caratteristiche di questo territorio congeniali ai vostri atleti?
« A Varese sono arrivate un po’ tutte le squadre: ciclismo, rugby, calcio, basket. Ma anche atletica, judo, basket disabili. È chiaro che le strade e il lago sono luoghi di preparazioni eccellenti, ma anche gli altri impianti sono sicuramente adeguati alle nostre aspettative. Grazie anche alla Provincia, abbiamo costruito una rete di infrastrutture efficientissima».
 
La squadra ciclistica australiana impegnata nel Giro d'Italia donne 2010Quando l’hub sarà aperto, quante persone saranno chiamate a lavorarci?
«È ancora prematuro per dirlo. Oggi, il nostro staff è composto, oltre che da me, da un amministrativo, un dottore, un fisioterapista, un coordinatore della logistica, un massaggiatore. C’è tantissimo lavoro da fare».
 
Eppure la vostra presenza è molto discreta. Non ci si accorge quasi
«I nostri ragazzi arrivano a Varese per prepararsi e tre settimane di allenamento qui valgono più di tre mesi in Australia. La concentrazione è al massimo: senza diversivi e senza altri impegni. Una cosa è certa: oltre agli italiani, anche gli australiani non si sono accorti di questa struttura. Chi non frequenta il mondo sportivo, non sa che c’è una casa wallabies nell’altra parte del mondo. Eppure è stata una scommessa che sta dando risultati molto prestigiosi….».

Proprio nei giorni scorsi, un’importante emittente radiofonica australiana che trasmette in diverse lungue ci ha contattato per un’intervista su ciò che sta nascendo in riva al lago di Varese. Qualcosa comincia a muoversi: Melbourne comincia a chiamare Varese.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2010
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