Club Conti un anno dopo l’alluvione, la riapertura si allontana
Leonardo Conti, titolare del centro fitness di via Sanvito, fa i conti: servirebbero 2,8 milioni di euro, 100 mila solo per pulire tutto dal fango: "Dei rimborsi non sappiamo nulla"
Alluvione un anno dopo. Quella del 15 luglio 2009 per Leonardo Conti, per i suoi dipendenti e per i tanti abbonati del Club di via Sanvito è una data difficile da dimenticare. La forte pioggia gonfiò le acque del torrente Vellone fino a farlo tracimare; acqua e fango sfondarono tutto quello che trovarono sul proprio percorso, distruggendo attrezzi, impianti, pavimenti e mura. Un disastro di dimensioni enormi che costrinse il titolare del centro fitness varesino a chiudere i battenti. Dopo dodici mesi le speranze di poter riaprire si vanno via via affievolendo, tra lungaggini burocratiche, una montagna di soldi da pagare per poter ripartire e pochissime certezze.
«È stato un anno duro, sotto molti punti di vista – spiega Leonardo Conti -. Sui rimborsi non sappiamo ancora quanto ci daranno e se ci daranno qualcosa. Si parla di 30 mila euro per danni agli immobili e 9 mila euro per le strutture, ma di certezze non ce ne sono. Noi abbiamo compiuto tutto l’iter e aspettiamo». Di certo, anche nella migliore delle ipotesi, cioè che i rimborsi ammontino a 39 mila euro, per il club varesino si tratterebbe di poco più che briciole: «Fate conto che solo per la pulizia servirebbero tra i 90 e i 115 mila euro – spiega Conti -. Per ripartire ci sarebbe poi da sistemare gli impianti elettrico, idraulico, le caldaie piene di fango, i pavimenti, gli armadietti. Tutto ciò che era di legno è da buttare, le attrezzature sono irrimediabilmente danneggiate. In tutto ci vorrebbero 2 milioni e 800 mila euro. È dura: l’idea, a dar retta alle emozioni, è dire che ripartiremo, ma la razionalità porta a riflettere diversamente. Diciamo che la volontà c’è e farei di tutto per riaprire, ma è complicato». Per cercare di avere i rimborsi Conti e altri commercianti varesini hanno più volte pensato di mettersi insieme, ma non se ne è fatto nulla: «Dobbiamo ancora capire cosa fare e come farlo», spiega il titolare della storica palestra.
A pagare dazio, oltre allo stesso Conti, ci sono ovviamente anche i dipendenti del centro che hanno dovuto cercarsi un altro impiego e i tanti iscritti lasciati dal fango senza tapis roulant, presse e vogatori: «All’inizio, quando pensavamo di poter ripristinare tutto in poco tempo, abbiamo fatto accordi con altre palestre. Poi però in tanti hanno dovuto riposizionarsi, altri vorrebbero indietro la parte residua dell’abbonamento, qualcuno aspetta ancora», spiega Conti. Parlando con lui si capisce che con qualcuno il rapporto di amicizia e di “affetto” che ha sempre caratterizzato il legame tra clienti e Club si è rotto, ma Leonardo Conti non ne vuole parlare e glissa. Qualcuno un anno fa parlò di “apocalisse”, altri guardando il parcheggio allagato e le macchine all’interno della palestra completamente distrutte fece un’amara premonizione: «Il Club Conti non esiste più». Dodici mesi dopo questo fosco presagio è vicino ad avverarsi.
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